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Raffaello «Ritratto di Leone X tra i cardinali Giulio de' Medici e Luigi De' Rossi» (particolare, 1518-1519), Galleria degli Uffizi. Foto: Wikipedia

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Raffaello «Ritratto di Leone X tra i cardinali Giulio de' Medici e Luigi De' Rossi» (particolare, 1518-1519), Galleria degli Uffizi. Foto: Wikipedia

Si dimette il comitato scientifico degli Uffizi per Raffaello

Contrario al prestito del ritratto di Leone X. Replica il direttore Eike Schmidt: «L’esposizione non può fare a meno di un capolavoro in perfetta condizione di viaggiare a Roma»

Arianna Antoniutti

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L’intero comitato scientifico delle Gallerie degli Uffizi sì è dimesso, all’indomani della presentazione alla stampa, avvenuta lunedì 24, della mostra «Raffaello 1520-1483». Tra le opere autografe del pittore, che saranno esposte dal 5 marzo al 2 giugno presso le Scuderie del Quirinale, figura il «Ritratto di Leone X tra i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi» (1518-1519), in prestito dagli Uffizi.

Ma, in una lettera indirizzata agli enti che li hanno nominati, i dimissionari Donata Levi, Tomaso Montanari, Fabrizio Moretti e Claudio Pizzorusso, scrivono che la tela era nella lista, stilata dallo stesso comitato scientifico, delle opere giudicate identitarie del museo e quindi inamovibili.

Si legge nella lettera: «Oggi siamo venuti a conoscenza dagli organi di stampa che, contrariamente a quanto deciso nella riunione del Comitato del 9 dicembre, il dipinto è stato concesso in prestito e si trova già presso la sede espositiva a Roma. Siamo perfettamente consapevoli della funzione consultiva del Comitato, ma constatiamo che tenerci occupati per mesi nella discussione di liste che rimangono platealmente inapplicate vanifica l’esistenza stessa del Comitato. Pertanto oggi ci troviamo costretti a prendere atto della situazione e dunque a rassegnare le nostre dimissioni. Pensiamo che le dimissioni collettive del Comitato del più importante museo italiano renda ineludibile un ripensamento e una ridefinizione del ruolo dei Comitati Scientifici nel governo dei musei autonomi».

Ribatte Schmidt che l’esposizione romana «non poteva fare a meno del Leone X, un capolavoro che tra l’altro è in ottima salute e in perfetta condizione di viaggiare a Roma dopo il restauro dell’Opificio delle pietre dure di Firenze (...). Rivendico pienamente il patriottismo di questa decisione in difformità con quanto suggerito dal Comitato consultivo delle Gallerie degli Uffizi. La grande mostra su Raffaello è un evento culturale epocale, sarà uno dei motivi di orgoglio dell’Italia nel mondo intero quest’anno, non poteva fare a meno del Leone X».

Alla presenza in mostra dell’opera, in sede di presentazione alla stampa, era stato dato grande risalto, sottolineando che il dipinto viene esposto «per la prima volta dopo un accuratissimo restauro, (reso possibile grazie al sostegno di Lottomatica, Ndr) durato tre anni, intervento che ne ha restituito la nettezza luministica e cromatica originale e l’incredibile forza descrittiva dei dettagli».

Arianna Antoniutti, 25 febbraio 2020 | © Riproduzione riservata

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