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Al festival bretone Iran, Afghanistan, Pakistan s’incontrano con le problematiche belliche, politiche e ecologiche del nostro tempo
- Luana De Micco
- 12 agosto 2022
- 00’minuti di lettura


Maryam Firuzi, «Identités Persanes»
Sguardi a Oriente a La Gacilly Photo
Al festival bretone Iran, Afghanistan, Pakistan s’incontrano con le problematiche belliche, politiche e ecologiche del nostro tempo
- Luana De Micco
- 12 agosto 2022
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliPer la sua 19ma edizione (fino al 30 settembre) il Festival «La Gacilly Photo» ha scelto il tema «Visioni d’Oriente», con lavori su Iran, Afghanistan e Pakistan.
Vi figura la prima retrospettiva dalla sua morte dedicata al fotografo iraniano, parigino d’adozione, Abbas (1944-2018): immagini della Rivoluzione iraniana del 1979 si affiancano a scatti più contemplativi, sull’uomo e la natura.
A rappresentare la scena contemporanea iraniana sono poi i lavori di quattro artisti: Gohar Dashti, Ebrahim Noroozi, Maryam Firuzi e Hashem Shakeri. L’Afghanistan tra tradizione e apertura alla modernità è al centro della serie che Paul Almasy, scomparso nel 2003, realizzò nei primi anni ’60.
Il Paese degli anni 2000, tra il caos delle guerre e il coraggio della popolazione, è invece raccontato dagli scatti di Véronique de Viguerie, Fatimah Hossaini, Shah Marai (morto in un attentato nel 2018) e Wakil Kohsar. Del Pakistan sono esposti i lavori di Sarah Caron del 2007.
La dimensione ecologica resta l’anima del festival bretone: quest’anno sono presentati tra gli altri gli scatti di Gabriele Cecconi tra i Rohingya della Birmania e quelli di Meney Sharma che testimoniano lo sfruttamento delle miniere di carbone in India.
Stephan Gladieu è invece andato nella Repubblica Democratica del Congo a documentare il lavoro di Eddy Ekete e del suo collettivo di artisti con cui a partire da rifiuti crea opere d’arte ispirate alla tradizione africana.

Maryam Firuzi, «Identités Persanes»

Un altro scatto di Maryam Firuzi