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Scultura lingua viva

Quali vie percorre la scultura di oggi? A questa domanda si propone di rispondere la mostra «Metamorfosi. Uno sguardo alla scultura contemporanea» che si apre dal 9 aprile al 25 giugno nel Museo d’arte Mendrisio. I curatori del museo, con Daniele Agostini, hanno creato un percorso inedito in cui si confrontano le opere di 24 artisti, di generazioni e nazionalità diverse, in una ricognizione degli orientamenti attuali della scultura.

Comune denominatore, nella differenza delle proposte, è la complessità delle forme, che spesso recuperano la struttura organica, avvalendosi dei materiali più diversi, fino a servirsi talora di prelievi diretti dalla natura, come accade nei lavori impalpabili di Christiane Löhr, fatti di fragili steli d’erba, o in quelli di fiori essiccati di Gerda Steiner & Jörg Lenzlinger.

Ad accogliere i visitatori è però il cuore di tessuto (lungo otto metri, pulsante) di Carlo Borer, seguito dalle concrezioni di argilla laccata di Julia Steiner, dal doppio cervello di terracotta di Claudia Losi dal colon (di porcellana) di Ai Wewei e dall’orecchio bronzeo di Lupo Borgonovo. Di bronzo sono anche i lavori di Jean Arp, Meret Oppenheim e Tony Cragg, mentre John Armleder sceglie il vetro, Mirko Baselgia il legno di pino cembro, Loris Cecchini l’acciaio cromato, Julian Charrière la pietra lavica artificiale (con scarti di computer), Matteo Emery le camere d’aria riciclate e cucite, in una varietà di accenti che trasportano la natura in una dimensione fantastica.

Ada Masoero, 07 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

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Scultura lingua viva | Ada Masoero

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