Scacco matto di re Harry
Diretto, meditativo, curioso, intelligente. Szeemann. Un ricordo di Carolyn Christov-Bakargiev

La mia citazione preferita di Harald Szeemann è: «Prima vengono i visionari, poi gli artisti; poi gli artisti fanno le opere d’arte, poi arrivano i collezionisti che vogliono vivere come gli artisti, ma non in capanne, poi arrivano gli architetti e poi viene la miseria». Lo ha detto a proposito della parabola della Comunità del Monte Verità, sopra Ascona, nel Canton Ticino, dove visionari e anarchici vivevano alla fine dell’Ottocento e dove intorno al 1900 un gruppo di utopisti antiborghesi e artistoidi andarono a vivere insieme, ispirati, tra le altre cose, dalla teosofia.
Tra questi vi era Henri Oedenkoven, la sua partner Ida Hoffmann e i fratelli Karl e Gusto Graeser. Con il tempo arrivarono in molti altri, divenne un albergo, si ristrutturarono gli edifici e infine tutto finì prima della seconda guerra mondiale. Dopo aver curato Documenta 5 nel 1972, Harald dedicò al Monte Verità tanta
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