Restaurato il Paradiso sopravvissuto nella Laguna
Il fregio pittorico e della decorazione dell’edicola dell’abside centrale della Chiesa dei SS. Maria e Donato a Murano è uno dei rari esempi di pittura murale lagunare di inizio Quattrocento


Si tratterebbe degli unici dipinti su muro attribuiti al pittore veneziano Nicolò di Pietro (fine XIV-inizio XV secolo) e anche di uno dei rari esempi di pittura murale di inizio Quattrocento conservatosi interamente in ambito lagunare. Si tratta del fregio pittorico e della decorazione dell’edicola dell’abside centrale della Chiesa dei SS. Maria e Donato, di cui si è appena concluso il restauro. Un intervento progettato dall’Istituto Veneto per i Beni Culturali, con la direzione di Federica Restiani e la supervisione di Edvige Ancillotto, realizzato dagli studenti del terzo anno con i cantieri didattici del Corso per Tecnico del restauro e approvato e finanziato da Regione Veneto, Fondo Sociale Europeo e Ministero del Lavoro.
Il fregio pittorico è stato realizzato con tecnica a fresco e mezzo fresco, e raffigura, entro quattro riquadri delimitati da fasce decorative a motivi geometrici, le figure degli Evangelisti seduti su complessi troni gotici ai cui piedi sono le rispettive creature simboliche reggilibro. L’attribuzione a Nicolò di Pietro, la cui attività è documentata tra il 1394 e il 1430, risale al 1955 e si deve a Rodolfo Pallucchini.
Figlio del pittore Pietro di Nicolò, Nicolò di Pietro, noto anche come Nicolò Paradiso, ha firmato e datato la «Madonna con Vulciano Belgarzone» («Nicolò Paradiso depentor, 1394») conservata alle Gallerie dell’Accademia assieme ad altre tre sue opere, il Crocifisso di Verrucchio («Nicholas Paradixi miles de Venecias, 1404») e la molto rimaneggiata Madonna con il Bambino (1409) commissionatagli da Francesco Amadi, esposta sull’altare della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli a Venezia e ritenuta miracolosa.
Gli affreschi di Murano erano stati parzialmente modificati con ridipinture nel corso dei secoli e il restauro ha permesso di identificare la successione cronologica delle differenti fasi di integrazioni pittoriche e di restituire la piena fruizione cromatica e materica dell’opera. Nello stesso contesto è stata restaurata anche l’edicola barocca con bassorilievo in pietra tenera di Vicenza, di autore ignoto, raffigurante l’Assunta: il bassorilievo venne inserito nel XVII secolo al centro del semicilindro absidale, mutilando parzialmente il fregio pittorico, in occasione del generale aggiornamento stilistico che la chiesa subì per mano del vescovo Giustiniani.
Sotto l’edicola sono sospese le ossa del dragone ucciso da Donato, ovvero tre enormi vertebre dorsali di balena, in ricordo alla seconda titolazione della chiesa. Anche il mosaico del catino absidale è in corso di restauro a cura del maestro mosaicista Giovanni Cucco con il finanziamento del Comitato americano Save Venice: i lavori si concluderanno nel 2023.
