Raccontare gli altri parlando di se stessa

L'assessore alla Cultura Andrea Cusumano: «Così Palermo è diventata la Capitale Italiana della cultura»

«L’uomo che misura le nuvole» di Jan Fabre
Micaela Deiana |  | Palermo

Una «P» in arabo, ebraico, fenicio e greco: quattro lingue per celebrare chi ha costruito le fondamenta su cui sorge Palermo, una capitale del Mediterraneo che accoglie e fonde le diverse culture del Mare Nostrum. Questo segno pittografico, che caratterizza il logo di Palermo Capitale Italiana della cultura, sintetizza l’animo che ha guidato la candidatura della città e il suo sviluppo programmatico: una celebrazione dell’inclusività che attraverso la cultura parla di pace, accoglienza e legalità, in cui convivono la cura e la valorizzazione del passato e la vitalità del futuro, con l’innovazione e i progetti dei giovani e delle comunità italiane e non, che qui costruiscono la propria vita.

Ne parla Andrea Cusumano, assessore comunale alla Cultura, Beni Culturali, Toponomastica.

Qual è la visione alla base di Palermo Capitale Italiana della Cultura?
Palermo ha convinto perché è una grande
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