Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

Pirandello londinese

Laura Lombardi

Leggi i suoi articoli

«Non mi sono mai discostato da un riferimento alla realtà, anche se, anzi proprio perché, la realtà è l’invenzione che ciascuno di noi fa del mondo che percepisce», dichiarava nel 1969 Fausto Pirandello. Dall’8 luglio al 6 settembre la Estorick Collection ospita la prima retrospettiva a lui dedicata in Gran Bretagna, curata da Fabio Benzi con la Fondazione romana intitolata all’artista e che riunisce una cinquantina di opere. Fausto Pirandello (Roma, 1899-1975) è legato al celeberrimo padre, Luigi, da un rapporto stretto e introverso, come spiega Flavia Matitti nel saggio in catalogo.

Il drammaturgo coltiva la pittura in privato, conosce le ricerche coeve e Fausto, osservandolo dipingere, pensa di dedicarsi alla pittura. Il padre legge al figlio le sue opere per averne un parere e lo sprona nel corso del cammino artistico. Nel 1928 l’artista si trasferisce a Parigi, dove si confronta con la pittura di Cézanne e dei cubisti; ne scaturisce una delle prime opere caratterizzate da una cifra stilistica matura, «Donne con salamandra», ora nella mostra londinese.

Nel 1931, rientrato a Roma, è invitato alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale e al Premio Carnegie negli Stati Uniti. Di questa fase si ammirano alla Estorick Collection «La pioggia d’oro», «Palestra», «La scala» e alcune nature morte (forse troppo poche): «Anatomia», «Nocciole» e «Natura morta con oggetti elettrici». Dal dopoguerra il suo stile oscilla tra neocubismo e realismo, come documenta a Londra una decina di opere. 

Laura Lombardi, 21 luglio 2015 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Il Museo di San Marco è il punto di partenza di una mostra che «è anche un’occasione per rinnovare la visione ottocentesca dell’Angelico solo pittore devozionale, legata a un certo filone della letteratura e della pittura tedesca e francese»

La Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze ha riunito circa 150 opere provenienti da oltre 60 tra musei e collezioni private riuscendo a «ricomporre pale smembrate dall’epoca napoleonica grazie a prestiti eccezionali» 

Mentre a fine settembre inaugura la grande mostra su Beato Angelico, il direttore generale del museo fiorentino anticipa in esclusiva a «Il Giornale dell’Arte» l’esposizione che la prossima primavera sarà dedicata al rapporto dell’artista americano con la città

Resta l’amarezza di notare che Firenze, a differenza di altre città europee, pur avendo vantato nel Rinascimento un primato nell’architettura, non abbia oggi una visione complessiva della contemporaneità

Pirandello londinese | Laura Lombardi

Pirandello londinese | Laura Lombardi