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I quadri magici che l’artista spagnolo realizzò a vent’anni dalla nascita del Cubismo
- Luana De Micco
- 01 ottobre 2019
- 00’minuti di lettura


André Gomes, «Picasso en Groucho à La Californie», 1956. © RMN-Grand Palais / Adrien Didierjean. © Don Succession Picasso, 1992
Picasso il mago
I quadri magici che l’artista spagnolo realizzò a vent’anni dalla nascita del Cubismo
- Luana De Micco
- 01 ottobre 2019
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliI «tableaux magiques», i «quadri magici», di Pablo Picasso sono una serie di dipinti che l’artista spagnolo realizzò tra l’estate del 1926 e la primavera del 1930 mentre era a Juan-les-Pins, nel Sud della Francia.
Una cinquantina di opere ancora una volta rivoluzionarie, a vent’anni dalle «Demoiselles d’Avignon» (1907) e dalla nascita del Cubismo, che hanno un filo comune: sono abitate da figure strane, teste e corpi composti da piani e linee che si incrociano e si sovrappongono, volumi monumentali che sembrano in continua metamorfosi.
A defirnirle così, nel 1938, fu Christian Zervos, critico d’arte ed editore dei «Cahiers d’art», che già dal 1926 difendeva e pubblicava i lavori del genio andaluso e che in lui vedeva un «mago». Zervos parlò anche di «trasmutazione» per definire questo accavallarsi di occhi e bocche, di capelli ridotti a linee, di teste dai contorni irregolari. Tra i motivi ricorrenti: la testa d’Arlecchino e la donna in poltrona, ma anche la modella nell’atelier e qualche natura morta. Zervos aveva in questo modo creato un nuovo «periodo» nell’opera di Picasso che preannunciava «Guernica» (1937).
Se Picasso «riesce a realizzare il più alto ideale di uomo e di artista, scriveva Zervos nei suoi “Cahiers” nel 1938, è perché conosce le forze raccolte e appena visibili del reale e perché detiene le formule segrete per esprimere queste forze».
Questa serie di quadri dispersi nei musei di tutto il mondo è ora riunita dal primo ottobre al 23 febbraio nella mostra «Picasso. Tableaux magiques», organizzata dal Musée National Picasso-Paris. Dall’estero giungono «Arlequin» (1927) del Metropolitan Museum of Art di New York, «La demoiselle» (1929) del Moderna Museet di Stoccolma e «Femme endormie dans une fauteil» (1927) del Yokohama Museum of Art.

André Gomes, «Picasso en Groucho à La Californie», 1956. © RMN-Grand Palais / Adrien Didierjean. © Don Succession Picasso, 1992