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Piante, insetti, pulci e ritratti

Arabella Cifani

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La rinata casa editrice Franco Maria Ricci ha pubblicato, nell’occasione della mostra allestita a Fontanellato la scorsa primavera presso il Labirinto della Masone della Fondazione che porta il nome del raffinato collezionista, editore, grafico, di una scelta degli acquerelli che compongono la Pinacotheca Bassiana (cfr. n. 361, feb. ’16, p. 28), la raccolta completa dei ritratti eseguiti per tale iconoteca da Gaetano Gandolfi. Non il catalogo della mostra, dunque, ma un’edizione a sé che per la prima volta porta a conoscenza di studiosi e appassionati i quasi settanta disegni a penna acquarellati in grigio e beige che il grande pittore bolognese eseguì negli anni Sessanta del Settecento su commessa di un botanico, Ferdinando Bassi, la cui memoria resta affidata alla stima attestatagli dai contemporanei, che lo considerarono tra i più importanti specialisti della disciplina, alla corrispondenza con Linneo, alla sua attività di scienziato e alla decisione di onorare gli scrittori di «re naturalia» dall’antichità al contemporaneo.

Si affidò agli artisti bolognesi della sua generazione, Bigari, Fratta, Varotti, e ai loro allievi, Calvi, Manfredi, i fratelli Gandolfi; presto comprese il talento del giovane Gaetano e affidò a lui la maggior parte dei ritratti, che dovevano essere compiuti con incorniciature relative agli oggetti di natura studiati dal personaggio da effigiare, il cui volto è recuperato da immagini a stampa o disegni che Bassi discese dai frontespizi della sua eccellente biblioteca o richiese ai molti suoi corrispondenti e sottopose all’artista. Creò così la galleria ideale delle conoscenze botaniche dell’età dei lumi, e una raccolta strepitosa di opere di un pittore tra i più reputati del Settecento, che si impegnò alla resa di effigi sempre variate nell’espressione, nello sguardo, e di cornici mirabili per l’eccellenza della descrizione di frutti, fiori, piante, pesci, insetti, farfalle, pulci, mosche... Un inventario di oggetti di natura cui si affiancano anche mostri, melusine e aquile e cani bellissimi, in un incontro tra razionalita dei lumi e fantasia del Rococò.

Questa Pinacotheca che prende il nome dall’ideatore è custodita, dal XVIII secolo, presso l’istituzione accademica, poi universitaria, bolognese; dimenticata da tutti, è stata recuperata alla conoscenza da Donatella Biagi Maino, autrice del libro di cui si tratta, nel quale è brevemente ripercorsa la storia della Bassiana e sono stilate le schede delle opere e le biografie dei ritrattati. Per ogni ritratto ha recuperato il modello sottoposto a Gandolfi, ciò che evidenzia la capacità ideativa e esecutiva di Gandolfi. La collezione, scrive la studiosa, concede inoltre di comprendere il significato e l’importanza dei circuiti culturali del secolo, dei quali attraverso la Pinacotheca Bassiana si può ricostruire il portato. Successiva alla pubblicazione del libro di Franco Maria Ricci, come di consueto dotato di immagini perfette, sarà l’edizione della raccolta completa dei ritratti dei sodali del grande Gandolfi, sempre a cura della Biagi Maino.

Gaetano Gandolfi e i volti della scienza. La Pinacotheca Bassiana di Bologna
di Donatella Biagi Maino
176 pp., ill.
Franco Maria Ricci Editore, Parma 2016

Arabella Cifani, 14 settembre 2016 | © Riproduzione riservata

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