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Perversi ma poetici

Assuefazione e dipendenza sono due facce di malessere diffuso nella società contemporanea. Droga, sexting (condivisione di messaggi e immagini dall’esplicito contenuto erotico) e sesso compulsivo, eccesso di alcol, tecnologia, social network e cibo sono pratiche che nascondono fragilità e debolezze di chi le esercita, di chi con facilità vi è scivolato ma non sa uscirne. È il tema di «The last time», collettiva presentata da Raffella De Chirico dal 5 novembre al 31 gennaio.

Ispirato alla fatidica frase «è l’ultima volta» che chiunque abbia una dipendenza ripete nella (spesso vana) speranza di smettere, la mostra presenta scatti di Antoine D’Agata, fotografo marsigliese dell’Agenzia Magnum Photos che ritrae corpi corrotti e al tempo stesso purificati dall’abuso di eroina, lavori di Larry Clark, autore negli anni Settanta del celebre reportage sui giovanissimi tossicodipendenti di Tulsa in Oklahoma, e gli «shotgun painting» di William Burroughs.

Sull’incapacità di resistere all’impulso sessuale e sulle forme di feticismo a esso correlato riflettono fotografie di Richard Kern, opere di Carol Rama e dell’artista e tatuatore messicano Dr Lakra, mentre un video del suo connazionale Federico Martínez Montoya analizza la dipendenza dal denaro documentando la relazione tra le dinamiche del consumo e il valore di scambio. A narcisismo e ossessione del cibo e della forma fisica guarda infine l’argentina Amalia Ulman.

Jenny Dogliani, 15 novembre 2016 | © Riproduzione riservata

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Perversi ma poetici | Jenny Dogliani

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