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Performance online tra vudu e egolatria

Federico Florian

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A definire la realtà virtuale di internet è un ininterrotto flusso di contenuti che, sotto le spoglie di file jpeg, Gif e stringhe html, inonda le finestre dei nostri browser. Hashtag, tweet e notifiche Facebook testimoniano un’attività febbrile da parte degli utenti della rete, che surriscalda pericolosamente gli hardware dei nostri pc. Tale fervore digitale pare contagiare persino l’attività più statica di sempre: il sonno. La mostra web «Real Live Online» parte del ciclo di commissioni online del New Museum, ha inaugurato lo scorso 21 dicembre con una performance digitale di 24 ore condotta sulla rete. «Internet Bedroom» (2015), concepita dal collettivo giapponese IDPW, è consistita in una sessione di riposo collettivo da parte di utenti sparsi per il globo, ciascuno dei quali ha puntato l’obiettivo della webcam sul proprio letto, filmando se stesso in piena fase rem. «La mostra, hanno dichiarato i curatori Lucas G. Pinheiro e Devin Kenny, ritrae internet come una piattaforma performativa malleabile e contraddittoria, adatta alla sperimentazione artistica e politica». La performance (ma quella mediata dallo schermo del computer) rappresenta il fulcro dell’esposizione: tra i lavori visibili online il video di Rutheford Chang, che documenta l’artista mentre gioca a Tetris, nel tentativo disperato di diventarne il campione del mondo; e ancora, la performance di Manuel Arturo Abreu che, in «Servicio Digital a Papá Legba», si serve della piattaforma web per invocare in diretta una divinità Vudu. 

La nozione di performatività, intesa come qualità intrinseca alla rete, è al centro del nuovo lavoro digitale di Alex Taylor, commissionato da Rhizome. In «3GTV» l’artista ha raccolto da YouTube una serie di video in formato 3GP, originariamente prodotti da fotocamere di vecchi telefonini e resi obsoleti dalla nuova tecnologia Ios9 degli iPhone. I video, trasmessi su un’interfaccia web che simula lo schermo di uno smartphone di vecchia generazione, mostrano le «brillanti» performance di internauti sconosciuti (tra le varie, un ragazzo che balla sulle note di Billie Jeane di Michael Jackson). Documento, questo di Taylor, dello schizofrenico e incurabile egocentrismo del popolo di Internet. 

Federico Florian, 18 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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