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Vittorio Bertello
Leggi i suoi articoliAlla fine di giugno (ne ha parlato per primo il quotidiano britannico «The Daily Telegraph» il 29) da una disputa legale è emerso che i 300 milioni di dollari che si affermava il Qatar avesse pagato nel 2014 al collezionista Rudolf Staechelin per acquistare il dipinto di Paul Gauguin del 1892 «Nafea Faa Ipoipo (Quando ti sposerai?)» (cfr. n. 351, mar. ’15, p. 41) sono in realtà «soltanto» 210. Quando nel 2015 alcuni organi di stampa diedero la notizia, il venditore non confermò né smentì sia la cifra, sia l’identità del compratore.
L’opera di Gauguin scende così al terzo posto tra le opere più pagate, sotto «Interchange» del 1955 di Willem de Kooning (300 milioni di dollari, in una transazione di 500 milioni tra il finanziere David Geffen e il suo collega Ken Griffin, cfr. n. 362, mar. ’16, p. 49) e i «Giocatori di carte» di Paul Cézanne, passati da George Embiricos al Qatar nel 2011, a quanto si dice, per 250 milioni.
La vicenda è tornata alla ribalta perché il mercante Simon de Pury e la moglie Michaela hanno fatto causa a Staechelin e al «trust» della sua famiglia (l’ente proprietario del dipinto) richiedendo il pagamento di 10 milioni di dollari, cifra pattuita oralmente con Staechelin per la mediazione che de Pury condusse con Guy Bennett, ex top manager del dipartimento di arte impressionista di Christie’s che ora lavora per l’emiro del Qatar come direttore delle collezioni del Museo.
De Pury e Bennett si sarebbero incontrati per la prima volta nel 2012 per discutere varie possibilità di transazione. De Pury incontrò poi Staechelin, suo vecchio compagno di scuola, e all’epoca la richiesta del collezionista, non trattabile, sarebbe stata di 250 milioni di dollari. Staechelin, riporta il «Telegraph», afferma che de Pury «lo aveva ingolosito dicendogli che quelli del Qatar erano intenzionati a pagare fino a 230 milioni di dollari; ma questa era disonesto, poiché de Pury sapeva che l’offerta del Qatar era di 210 milioni». De Pury, dal canto suo, sostiene che la cifra di 230 milioni proposta a Bennett venne rifiutata per un «cambio di gusto» dei clienti del Qatar, e che il fatto che l’ammontare della mediazione non sia mai stato formalizzato per iscritto ma sia stato oggetto di una sorta di «gentleman’s agreement» è una prassi comune del mercato dell’arte.
Interpellato da «The New York Times» all’inizio di luglio, Jeremy Scott, il legale di Staechelin e della sua fondazione di famiglia, ha dichiarato che «se non fosse stato per la circostanza ingannevole, i trustee non avrebbero accettato l’offerta di 210 milioni di dollari. Essi sostengono che i coniugi de Pury per questo comportamento ingannevole avevano finito per perdere ogni diritto di commissione».
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