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Giorgio Bonsanti
Leggi i suoi articoliAl Cesmar7 le sperimentazioni in atto nel mondo a confronto
Giunto al suo quattordicesimo anno di vita, il Cesmar7 (Centro per lo studio dei materiali per il restauro), nato e prosperato in Veneto ma attivo per tutta Italia, ha confermato in questo periodo di mantenersi aderente alla propria mission. Le sue attività difatti si indirizzano a studi e applicazioni fortemente orientati verso le questioni reali che il restauro presenta quotidianamente a chi lo eserciti. Noti e diffusi sono i workshop (tenuti in buona parte a Piazzola sul Brenta, al cospetto della spettacolosa Villa Contarini) che offrono ai partecipanti, tutti professionisti del settore, occasioni efficacissime per mettersi in pari con le ricerche e le realizzazioni più avanzate.
Ultima fra queste, il 30 e 31 gennaio, la giornata dedicata a «Tensionamento e telai dei dipinti su tela tra tradizione e innovazione», un argomento che riguarda un numero grandissimo di restauratori in tutto il mondo; come anche un numero ancor maggiore di privati proprietari, perché chi non possiede almeno un quadro su tela? Nel corso del seminario, frequentatissimo, abbiamo ascoltato interventi da parte di restauratori e scienziati già diffusamente conosciuti per le loro realizzazioni, da Antonio Iaccarino (cfr. Aperto per Restauri n. 235 set. ’04, p. 57) a Carlo Serino a Franco Del Zotto (v. Aperto per Restauri n. 192 ott. 2000, p. 45), al parigino Alain Roche, al tedesco di Colonia Hans Portsteffen. L’introduzione storico-metodologica era affidata al presidente del Cesmar Erminio Signorini e al restauratore vicentino Alberto Finozzi; e presentava questioni e interrogativi fondamentali, perché in argomenti di questa natura nulla è più nocivo che procedere per automatismi. In effetti, il generale apprezzamento per i materiali originali delle opere d’arte che ha portato negli ultimi decenni a rivoluzioni importanti quanto a modi d’intervento dati per acquisiti, a cominciare dalla foderatura dei dipinti su tela non più considerata indispensabile, ha diretto la propria attenzione anche verso i telai.
Nati come sostegno insostituibile per le tele dipinte, fissi nei primi secoli, dotati a partire dal Settecento di biette di registro così da mantenere le tele sotto tensione, fin da alcuni esperimenti pionieristici nel XIX secolo i telai sono stati in taluni casi provvisti di registri a molle. Straordinarie le soluzioni, ampiamente ricordate al seminario del Cesmar7, inventate all’Icr negli anni Cinquanta del Novecento da Roberto Carità; negli anni Ottanta da Gustav Berger e W.H. Russel (e ricorderemo fra gli altri Marion Mecklenburg, Vishwa Raj Mehra, Gerry Hedley); ma avvertiamo che le sperimentazioni di Del Zotto ebbero già inizio, lui giovanissimo, negli stessi anni ’80. E ricorderemo poi che grande fortuna in campo internazionale hanno avuto i telai in metallo brevettati dal nostro Rigamonti.
In effetti, così come non si deve procedere automaticamente alle rintelature, con i telai l’opzione preferibile deve consistere nel mantenimento di quello originale, o comunque antico, eventualmente sottoponendolo a restauro; soltanto laddove ciò si riveli impossibile, si pocederà alla sostituzione. E in tal caso, il principio della continua rimessa in tensione con i sistemi a molle dovrà essere temperato dalla necessità di non introdurre stress intollerabili, soprattutto nel caso di tele antiche. Tenuto conto di ciò, è stata seguita con particolare attenzione la relazione di Alain Roche, ingegnere come prima formazione, che ha presentato studi altamente sofisticati diretti ad attribuire valori assoluti e misurabili a quei parametri (tensionamento, attrito, scorrimento…) che altrimenti vengono di norma stabiliti empiricamente. Come per quelle sperimentazioni di Formula Uno che dopo anni avranno ricadute sulla produzione di serie, forse in un futuro prossimo si troveranno ancor più facilmente sul mercato (già ce ne sono) telai di costi sostenibili e facile reperibilità, tali da offrire alle nostre tele il sostegno ottimale.
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