Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

«Consolare la madre» (1914) di Ubaldo Oppi (particolare)

Image

«Consolare la madre» (1914) di Ubaldo Oppi (particolare)

Oppi e Martini, italiani di statura europea

Amedeo Porro da Carlo Orsi mette a confronto due artisti attenti alle avanguardie internazionali

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

La mostra è di Amedeo Porro Fine Arts, galleria che ha sede a Lugano e Londra, ma a Milano sarà visibile, dall’11 novembre al 6 dicembre, negli spazi di Carlo Orsi, in via Bagutta. Curata dallo stesso Amedeo Porro, la rassegna «Oltre il Novecento. Ubaldo Oppi-Arturo Martini, due artisti a confronto», indaga il lavoro di due protagonisti della migliore arte italiana della prima metà del ’900 (Oppi, «riscoperto» più di recente), mentre in Palazzo Reale è in corso la rassegna esemplare sul «Realismo magico», in cui sono presenti capolavori di entrambi.

Nati ambedue nel 1889, con formazioni simili, tra Monaco di Baviera e Parigi (dove Oppi oserà «soffiare» la fidanzata Fernande Olivier al potentissimo Picasso), i due artisti svilupparono, ognuno, un linguaggio attento alle avanguardie internazionali ma del tutto originale. A provarlo sono le opere in mostra: cinque dipinti di Oppi e otto sculture di Martini. Dei lavori di Oppi, quattro precedono la stagione splendente del Realismo Magico, ma già mostrano la qualità altissima della sua pittura (specie «La povertà serena», 1919, un dipinto austero e denso di simboli che, scrive Elena Pontiggia, «suggerisce laicamente una sorta di beatitudine evangelica»), e uno è dei primi anni ’30.

Di Martini, tra gli altri lavori (commentati da Nico Stringa), sfilano la ceramica «Donna sdraiata», 1929-30, esemplare unico e inedito, appartenuto ai raffinati collezionisti Herta e Arturo Wedekind, e altre preziose terrecotte e ceramiche, tra le quali «La Nena», 1930 (la figlia a nove anni); la «Deposizione» detta Pepori, 1933; «Centauro e bagnanti», esemplare unico ritrovato anni fa da Claudia Gian Ferrari, e il raro «Nudino» (1935 entrambi) esposto in Biennale, oltre al bronzo «La famiglia», 1937, tratto dal suo grande marmo per il Palazzo di Giustizia di Milano.

«Consolare la madre» (1914) di Ubaldo Oppi (particolare)

Ada Masoero, 10 novembre 2021 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Nel Capitolium il nuovo allestimento, firmato Vezzoli e Grau, della figura bronzea in dialogo con la scultura rinvenuta nella città marchigiana anticipa le celebrazioni dei 200 anni del suo ritrovamento con le Teste d’imperatore, tre delle quali in trasferta all’Archeologico di Firenze

Per il 50mo anniversario dell’iniziativa, sono esposte otto vetture firmate da Alexander Calder, Frank Stella, Roy Lichtenstein, Esther Mahlangu, Sandro Chia, Jenny Holzer, Jeff Koons e Julie Mehretu

L’artista, studiosa e docente universitaria presenta il film «The Island», da cui sono derivati un’installazione video, sculture, strutture e videointerviste 

La mostra dossier nasce da uno scambio d’opere tra Casa Museo Zani e Collezione Intesa Sanpaolo e in seguito al restauro di due opere della Chiesa di Sant’Agata a Brescia

Oppi e Martini, italiani di statura europea | Ada Masoero

Oppi e Martini, italiani di statura europea | Ada Masoero