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Nuova esperienza in Virtual Reality di ricostruzione degli affreschi all’interno della Sala degli Emblemi del Castello di Melegnano

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Nuova esperienza in Virtual Reality di ricostruzione degli affreschi all’interno della Sala degli Emblemi del Castello di Melegnano

Andando per castelli con la realtà virtuale si incontrano anche i Medici di serie B

Dal 7 marzo nel Castello di Melegnano si potrà visitare la Sala degli Emblemi apprezzando ciò che è stato restaurato e anche ciò che non c’è più, ma che che viene «ricostruito» in modo innovativo

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Nelle sue mura massicce, il Castello di Melegnano (anticamente Marignano), di antichissima fondazione ma rifondato nel primo Trecento dai Visconti, conserva cicli di affreschi cinquecenteschi di grande interesse, risalenti al tempo in cui il condottiero Gian Giacomo Medici, poi Medici di Marignano, e il fratello Gian Angelo, futuro papa Pio IV, ne fecero la sede del loro potere.

Dopo gli studi e il restauro condotto dal cantiere-scuola della Scuola di Botticino, la sua Sala degli Emblemi (1532-65), si aprirà per la prima volta al pubblico dal 7 marzo prossimo portando dentro di sé un vasto bagaglio di conoscenze, che saranno condivise con i visitatori attraverso la realtà virtuale. 

L’iniziativa fa parte del progetto «Straordinari Restauri» promosso da Assorestauro e AnciLab grazie al finanziamento di Regione Lombardia, con cui prende il via un innovativo percorso di visita che darà vita a una rete virtuale dei castelli viscontei del territorio milanese, lombardo e ticinese, che potranno essere esplorati grazie alla VR, in una visita integrata che permetterà di ricostruire quei secoli.

Nella parte alta della sua Sala degli Emblemi scorre un fregio continuo, scandito da colonne tortili, mentre il soffitto ligneo a cassettoni porta lo stemma dei Medici e l’immagine allegorica del nocchiero. Ovunque ricorrono immagini allegoriche tese a celebrare le glorie di questi Medici, lungamente snobbati dal ben più noto e potente ramo fiorentino ma poi riconosciuti come «parenti» quando Gian Giacomo riceverà il titolo di marchese (che le due famiglie fossero imparentate non è certo, però).  

Le pareti della sala si dividono ora in due fasce: quella alta con i dipinti murali originari, e quella bassa, in cui la realtà virtuale riattiva per così dire quelle storie, in una sorta di teatro immersivo che consente di andare in profondità nella stratificazione di significati simbolici di cui sono portatrici.   

Le fortune, prima pericolanti a dispetto dell’antica nobiltà, della famiglia lombarda dei Medici si devono proprio a Gian Giacomo, primo marchese di Marignano (Milano, 1495-1555, zio del futuro san Carlo, avendo la sorella Margherita sposato Giberto II Borromeo), astuto e audace condottiero che aveva iniziato la carriera militare e dato il via al ricco patrimonio del casato con imprese a dir poco banditesche nel territorio del Lago di Como. Piccolo di statura e soprannominato «il Medeghino» (il piccolo Medici), violento fin dalla prima gioventù, dopo un lungo periodo burrascoso Gian Giacomo entrò al servizio dell’imperatore Carlo V (che gli avrebbe conferito il marchesato di Marignano) conseguendo così tanti successi che dopo la sua morte improvvisa (a Milano nel 1555, qualcuno dice per veleno), il fratello Pio IV gli volle erigere in Duomo un sontuoso monumento funebre, realizzato tra il 1560 e il 1563 dal celebre scultore Leone Leoni (1509-90).

Questo e molto altro si potrà scoprire con la nuova esperienza immersiva che, nota Andrea Grilletto, direttore di Assorestauro, dimostra «quanto le nuove tecnologie possano amplificare il racconto del restauro. È importante ricordare che gli strumenti digitali non sostituiscono l’opera d’arte, ma ne ampliano le possibilità di incontro. Permettono di entrare nel dettaglio dei restauri, di scoprire ciò che non è visibile a occhio nudo e di instaurare un dialogo diretto con storie, simboli e identità custodite nei monumenti»: la visita comprende infatti una postazione VR dedicata e totem multimediali con videointerviste e approfondimenti sul cantiere e sulla storia della sala e del castello.

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Ada Masoero, 17 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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