Ombre e bellezza al KBr di Barcellona

Bill Brandt e Paul Strand aprono il nuovo centro di fotografia

«Cameriera e aiuto cameriera pronte per servire la cena» (1936) di Bill Brandt. © Bill Brandt / Bill Brandt Archive Ltd.
Roberta Bosco |  | BARCELLONA

KBr Barcelona Photo Center, il nuovo Centro di Fotografia della Fundación Mapfre, è stato inaugurato il 7 ottobre con una grande retrospettiva di Bill Brandt e un’oculata selezione di Paul Strand (fino al 24 gennaio). Una dichiarazione d’intenti per un centro che punta su grandi classici e autori internazionali. «Con la sigla KBr, che rappresenta il simbolo chimico del bromuro di potassio, un sale essenziale nella fotografia tradizionale,haspiegato Nadia Arroyo, direttrice del dipartimento culturale della Fundación Mapfre, alludiamo alla tecnica dei grandi maestri dell’immagine, uno dei nostri interessi principali, mentre l’uso della lingua inglese sta a indicare la vocazione internazionale del centro».

Le 186 foto di Brandt raccontano la dicotomia tra la bellezza e le sue ombre che ha segnato la carriera del fotografo, pervadendo come una sottile inquietudine tutto il suo universo. Con il ritratto di Ezra Pound del 1928 inizia un percorso che flirta con il Surrealismo e sembra, a volte, un esercizio pratico di psicoanalisi. Le opere sono tutte d’epoca, stampate dall’autore. «Non poteva capire come Cartier-Bresson lasciasse stampare le sue foto a un tecnico. Brandt non era un gran laboratorista, ma sapeva come giocare con i contrasti per ottenere l’immagine che cercava», spiega Ramón Esparza, curatore della mostra che mette l’accento sul lato oscuro di Brandt.

Uno sguardo inquieto e inquietante che prende forma nel suo primo libro, The English at Home del 1936, in cui materializza la disuguaglianza della società inglese accostando foto di aristocratici a ritratti di famiglie proletarie. «Brandt costruisce la sua visione del mondo scatto dopo scatto. Non amava i testi teorici, ne scrive solo uno di 11 pagine in cui spiega che la fotografia non è uno sport e non ci sono regole», aggiunge il curatore.

Dopo le sezioni dedicate ai ritratti e ai paesaggi si passa ai nudi, realizzati con una Kodak in mogano con grandangolo «che gli permette di vedere aspetti inediti. Così una pietra diventa un corpo nudo in un sorprendente gioco di dettagli». Dopo Barcellona la mostra andrà a Monaco, Madrid e Amsterdam.

Nella sala più piccola Juan Naranjo ha selezionato 110 foto, tutte stampe d’epoca, di Paul Strand, di cui Mapfre possiede la collezione più importante d’Europa. Le opere mostrano il carattere neorealista della sua produzione e la capacità d’incorporare la diversità culturale senza cadere nel paternalismo. Non per niente lo si considera il padre della Straight Photography, la fotografia diretta, immediata.

«Quando gli interessava qualcuno lo fotografava di nascosto e poi iniziava a parlare per riuscire a plasmare nelle immagini successive una relazione tra l’ambiente e la gente che lo abita», spiega Juan Naranjo, che gestisce anche la fornitissima libreria del KBr. Una parte della rassegna è dedicata alle foto e ai libri di viaggi, tra cui le immagini italiane riunite nel 1955 in Un paese con testi di Cesare Zavattini.

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