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Il ministro Sangiuliano

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Il ministro Sangiuliano

Nella mente del ministro Sangiuliano

Tra gli obiettivi del nuovo ministro, una piattaforma unica per tutta l’Italia per acquistare i biglietti dei musei. Tra i suoi crucci la carenza di personale nei Comuni, i ricoveri nelle calamità, 5 milioni di opere nei depositi e i musei sottovalorizzati o chiusi

È un programma ampio e dettagliato quello esposto l’1 dicembre dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano alle Commissioni riunite di Camera e Senato. Il programma non è però ancora operativo e potrà subire variazioni prima di essere approvato nei necessari passaggi parlamentari previsti per il mese di gennaio.

Il primo punto del quale si è occupato il ministro riguarda «l’opportunità storica» offerta dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che, ha ricordato, era stato già definito dal governo Draghi. «L’impianto del Piano deve rimanere lo stesso, ne condivido molti contenuti», ha detto Sangiuliano, anche se altri aspetti destano qualche perplessità. Ostacoli previsti: l’incertezza sui tempi di attuazione del Piano già stabiliti e il consistente aumento dei costi delle materie prime dei lavori. Il budget è fissato dal Pnrr quindi, se sarà possibile, si cercherà di operare piccoli cambiamenti che puntano a diminuire il numero o la dimensione dei progetti per essere certi della possibilità di completarli con i fondi disponibili e nei tempi stabiliti.

Il Pnrr approvato dalla Ue mette a disposizione del Ministero della Cultura 4,275 miliardi di euro. Il controllo sull’impiego dei fondi, ha detto il ministro, resta affidato all’Unità di missione presso il Segretariato generale del Ministero, il cui organico sarà rinforzato (intanto è stato nominato, ad interim, il nuovo segretario generale, Mario Turetta). Il ministro ha poi annunciato che quella Unità verrà affiancata dalla struttura dei Carabinieri, diretta dal generale Giovanni De Blasio, che ha operato con successo a Pompei fino alla recente conclusione positiva del «Grande Progetto»: quella struttura rimarrà operativa e sarà addetta al controllo di legalità degli investimenti previsti dal Pnrr. Il ministro ha poi ricordato che la cifra totale del Piano è divisa in tre settori di intervento.

• Il primo, indicato come «Patrimonio culturale per la prossima generazione», vale 1,1 miliardi ed è destinato a tre interventi: 500 milioni per «Strategie e piattaforme digitali per il patrimonio culturale », 300 milioni per la «Rimozione delle barriere fisiche e cognitive di musei, biblioteche e archivi» e altri 300 per il «Miglioramento dell’efficienza energetica di cinema, teatri e musei».

• Il secondo, da 2,720 miliardi, è intitolato «Rigenerazione di piccoli siti comunali, patrimonio culturale, religioso e rurale» divisi in quattro settori: 1,020 miliardi al «Progetto Borghi»; 600 milioni alla «Tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale»; 300 milioni ai «Parchi e giardini storici» e 800 milioni a «Sicurezza sismica dei luoghi di culto, restauro e patrimonio Fec (Fondo edifici di culto, Ndr), siti di ricovero per le opere d’arte».

• Il terzo settore, «Industria culturale e creatività 4.0» (455 milioni), comprende una «Riforma» a carico del Ministero dell’Ambiente, e due investimenti gestiti dal MiC: 300 milioni per il cosiddetto «Progetto Cinecittà » e 155 milioni per la «Gestione della transizione digitale e verde», destinati agli operatori della cultura.

«Tutti questi investimenti, ha detto Sangiuliano, sono in piena attuazione, espletate le procedure di ricognizione degli interventi e la valutazione delle domande presentate». Tutti i traguardi intermedi imposti dall’Ue sono stati superati e fatte le valutazione di spesa. In alcuni casi, ha detto Sangiuliano, sono possibili risparmi negli investimenti, mentre in altri, soprattutto per il Progetto Borghi e per Parchi e giardini, non è stato possibile finanziare tutte le proposte. Potrebbe quindi essere opportuno valutare la possibilità di finanziare parte delle domande con altre fonti come il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-27 di prossima assegnazione.

Una delle maggiori criticità che ostacola il Progetto Borghi, ha rilevato il ministro, «è la mancanza di personale tecnico e amministrativo nei 289 Comuni con meno di 5mila abitanti scelti per i finanziamenti Pnrr che non sono in grado di gestire i progetti proposti e approvati». Il ministro ha comunque assicurato che un aiuto a risolvere i problemi potrà venire da Invitalia e da Cassa Depositi e Prestiti, ma anche dal supporto tecnico operativo di Ales, società in house del MiC. Un altro problema, per ora irrisolto, ha detto il ministro, è quello dei ricoveri per le opere d’arte in caso di calamità naturali: è previsto un investimento di 300 milioni ma tre di quei ricoveri scelti dovevano essere allestiti nelle ex centrali nucleari dismesse che i tecnici hanno però giudicato inadatte e «non compatibili con il progetto». Secondo il ministro sono già stati individuati siti alternativi.

Nella relazione alle Commissioni Sangiuliano ha dedicato un capitolo ai musei dello Stato ma anche di Regioni e Comuni. I dati disponibili dicono che si è avviato un trend positivo per numero di visitatori, in crescita anche rispetto ai dati 2019, cioè pre pandemia, ma ha messo in risalto anche una serie di gravi problemi e carenze che andrebbero affrontati.

Un censimento del MiC del 2021 ha rivelato la «scarsa conoscenza e documentazione» dei musei e aree archeologiche statali, ha spiegato il ministro: «Solo il 60% dei siti è rilevato, spesso in maniera parziale e analogica. Sono assenti quasi del tutto i monitoraggi sistematici e questo impedisce anche di programmare la manutenzione ordinaria. Impressionanti i dati sulle collezioni: il 90% delle opere e dei reperti è nei depositi. Soltanto in quelli che dipendono dalla Direzione generale Musei del MiC sono circa 5 milioni: le opere esposte sono invece appena 480mila. Per di più quasi la metà dei musei è privo di impianti di climatizzazione e quelli esistenti spesso non garantiscono una corretta temperatura e umidità». Preoccupante, secondo il ministro, anche lo stato dei parchi archeologici esposti a «rischi elevatissimi» dal continuo degrado ambientale: «Una delle priorità sarà quella di intervenire in questo settore».

Il programma di Sangiuliano ritiene necessario anche promuovere il turismo culturale nei tanti musei e parchi archeologici meno noti anche se dotati di capolavori visto che, secondo il censimento del 2021, soltanto cinque siti (Colosseo, Pompei, Uffizi, Gallerie dell’Accademia di Firenze e Castel Sant’Angelo) nel 2019 superavano il milione di visitatori, realizzando insieme più di due terzi di tutti gli introiti. Il ministro ha quindi messo l’accento sull’attuazione di «politiche mirate» a modificare questa tendenza del circuito turistico ampliando e valorizzando i musei poco conosciuti e aprendo al pubblico i tanti siti chiusi. Per questo ha avanzato una proposta: «In molti casi la gestione diretta statale potrebbe essere sostituita dalla concessione alle realtà del territorio che si impegnino a garantire un’apertura costante dei siti».

Un’altra proposta fatta propria dal ministro riguarda l’istituzione dell’ingresso a pagamento per il Pantheon di Roma, che, con 9,3 milioni di visitatori (2019) è il luogo in assoluto più visitato del nostro Paese. L’accordo raggiunto con la Chiesa nel 2016, che prevedeva un biglietto di 2 euro, non è mai stato attuato. In generale, ha detto poi il ministro, è necessario creare una piattaforma unica per l’acquisto dei biglietti di tutti i musei d’Italia. «Per raggiungere nuovi traguardi, sostiene il ministro, è necessario realizzare un sistema pubblico-privato per uscire dall’inerzia e dare la massima concretizzazione alle potenzialità culturali della Nazione, aprendo, valorizzando e promuovendo ogni spazio culturale, monumentale e archeologico dove la proprietà e la redditività siano pubbliche ma integrate con il settore privato per moltiplicare l’offerta e coinvolgere il privato in una manutenzione di alto livello. Anche per questo penso anche sia necessario aprire l’Art- Bonus al settore privato, istituti, fondazioni e imprese, ampliando la platea dei beneficiari del credito fiscale».

Sulla tutela del paesaggio siamo in ritardo, dichiara il ministro. E ricorda che finora solo cinque Regioni hanno adottato i previsti piani paesaggistici: Piemonte, Puglia, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Lazio mentre sono ancora in corso di redazione quelli di Campania, Basilicata, Emilia-Romagna, Veneto e Calabria. A rischio è anche l’equilibrio del paesaggio minacciato dalla costruzione di impianti per la produzione di energia rinnovabile e pulita. Sangiuliano è allarmato e sostiene ora «l’assoluta necessità di coniugare la realizzazione degli impianti per la produzione da fonti rinnovabili, eolici, fotovoltaici ecc., con la protezione del paesaggio come valore identitario della Nazione. È urgente istituire un tavolo permanente di consultazione tra Ministero, aziende produttrici e distributrici di energia ed esperti: assistiamo infatti a un sistematico, contrasto tra i Ministeri della Cultura e dell’Ambiente. Se chiamato a decidere, spesso il Consiglio dei Ministri dà torto al MiC e ragione all’Ambiente che sostiene lo sviluppo delle fonti rinnovabili perché considerato una priorità della Nazione».

Altro punto: la filiera del libro e le biblioteche. Dalla Direzione generale Biblioteche del Ministero dipendono 41 istituti bibliotecari e 5 strutture autonome: Sangiuliano definisce quello librario «un patrimonio immenso che merita di essere rilanciato e potenziato». Riproporrà quindi il Disegno di legge sul libro elaborato durante la precedente legislatura. «È anche mia intenzione, ha affermato, introdurre norme di incentivazione perché i Comuni e altri soggetti pubblici affittino a canoni simbolici i locali di loro proprietà per realizzare librerie».

Lo sviluppo del settore è strettamente collegato alla digitalizzazione, prevista e finanziata anche dal Pnrr. La Direzione generale Musei sta attuando un programma di trasformazione digitale dei luoghi della cultura e dei siti Unesco e la creazione di una grande piattaforma digitale. La digitalizzazione, spiega Sangiuliano, è legata al tema della concessione dei diritti all’uso delle immagini del patrimonio culturale statale attualmente gestito dai singoli istituti museali con criteri diversi tra loro. L’argomento è stato trattato negli ultimi anni e ha suscitato una polemica ancora accesa.

Nella sua relazione il ministro ha preso una posizione netta: «Abbiamo forse sottovalutato questo tema: il problema è quello del diritto d’autore, della tutela legale del nostro patrimonio e delle nostre immagini. Io dico: chi utilizza un’immagine che ci appartiene la deve pagare come noi paghiamo quelle di altre nazioni. Ricordo che il Codice dei Beni culturali prevede un pagamento se quelle immagini vengono utilizzate a fini commerciali». Sangiuliano ha poi riassunto così la posizione italiana nei suoi rapporti con il resto del mondo: «L’Italia è una superpotenza culturale che ha nel suo patrimonio e nelle sue varie espressioni culturali uno straordinario strumento di diplomazia internazionale. Dobbiamo metterlo a frutto per riaffermare e promuovere la nostra identità all’estero e contribuire allo sviluppo socioeconomico del Paese».

Sangiuliano ha concluso la sua audizione alle Commissioni Cultura del Parlamento facendo il punto sulla crescente carenza di personale a tutti i livelli, tra i problemi che più preoccupano il Ministero. Ha firmato da poche settimane il decreto che aggiorna la pianta organica del MiC. Sulla carta prevede 18.854 unità: 323 per l’area «operatori», 12.944 «assistenti» e 5.587 «funzionari ». Di fatto però i dipendenti sono oggi solo 10.984. «Le procedure in corso per le nuove assunzioni, spiega il ministro, porteranno nel 2024 al Ministero 3.633 unità in più (2.394 assistenti, 1.157 funzionari e 82 dirigenti). Ma dobbiamo anche rendere appetibili queste assunzioni garantendo un livello retributivo adeguato. Oggi ci sono persone che vincono il concorso e poi rinunciano al posto quando vengono a sapere quale sarà lo stipendio».

Piace anche ai tedeschi il Bonus italiano
Il Bonus cultura italiano, giunto alla sua sesta edizione, è stato discusso e oggetto di modifiche da parte del nuovo governo Meloni: «Tutti quelli che per settimane hanno raccontato la favola della cancellazione di 18app sono stati sonoramente smentiti dai fatti. Al posto del vecchio bonus, nascono due strumenti efficienti e moderni per incentivare i giovani ai consumi culturali: la Carta Cultura Giovani e la Carta del Merito», ha dichiarato il 21 dicembre il ministro Sangiuliano.

L’agevolazione rivolta ai neomaggiorenni (a cui lo Stato ha erogato, dal 2016, 500 euro pro capite sotto forma di buono elettronico da investire, previa iscrizione online al sito 18app, nell’acquisto di prodotti e attività culturali) è stata copiata nel 2021 dalla Francia con il Pass Culture (300 euro a persona) e si appresta a vivere una sua nuova rivisitazione oltralpe nell’equivalente, ma meno sostanzioso, KulturPass tedesco.

Da questo gennaio il Bund (Governo federale) eroga 100 milioni di euro a circa 750mila neomaggiorenni: un regalo di compleanno del valore di 200 euro in buoni elettronici utilizzabili su una app specifica solo per l’acquisto di beni e/o la fruizione di attività culturali, in librerie, negozi di dischi, visite a musei, cinema, teatri, concerti e cabaret. Il KulturPass vorrebbe non solo spronare i neodiciottenni ad avvicinarsi al mondo della cultura ma anche e soprattutto aiutare le attività culturali a lungo chiuse a causa della pandemia a riprendersi quello spazio che le società online di distribuzione in streaming e il mondo del digitale hanno loro sottratto in questi ultimi tre anni letteralmente fagocitandone il mercato. [Francesca Petretto]

Dopo Nastasi, Turetta segretario generale
Nella «squadra» del ministro Sangiuliano arriva (seppur, al momento di andare in stampa, non ancora confermato dal Consiglio di Ministri) l’atteso nuovo segretario generale, in sostituzione di Salvo Nastasi ora alla presidenza della Siae. È Mario Turetta (Alpignano, To, 1958), dirigente di lungo corso del Ministero della Cultura (MiC): nominato ad interim, mantiene la guida della Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti culturali, assunta nel marzo 2020. Tra 2019 e 2020 è stato direttore generale Cinema e audiovisivo e, in precedenza, direttore del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e di Venaria Reale (2015-19) e direttore regionale per i Beni culturali del Piemonte (2004-07 e 2010-15).

Il nuovo capo di Gabinetto del MiC Francesco Gilioli (Modena, 1979) proviene dal Senato: consigliere parlamentare dal 2006, ha guidato fino alla nuova nomina la segreteria della Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Modena, al Senato si è occupato del Servizio di Questura e del Cerimoniale dove, nel 2011, ha retto l’Ufficio delegazioni e l’Ufficio di Questura. Nel 2014 è stato capo dell’Ufficio centrale del Servizio delle Commissioni permanenti e speciali e segretario della Commissione Difesa. Ha poi ricoperto incarichi di segreteria anche nella Commissione Lavori pubblici e in quella di Vigilanza Rai. Gilioli subentra ad Annalisa Cipollone, capo di Gabinetto del MiC da marzo a ottobre 2022.

Vicecapo di Gabinetto vicario del MiC è Donato Luciano (Potenza, 1972): magistrato della Corte dei Conti dal 2009 presso cui dal 2019 è vicecapo procuratore generale nonché magistrato addetto all’Ufficio Massimario e Rivista della Corte, ha assunto diversi incarichi nella pubblica amministrazione. È stato vicecapo di Gabinetto e consigliere giuridico prima del Ministero delle Politiche Agricole (2016-17), poi del Ministero della Transizione Ecologica. Nel 2021 Sergio Mattarella gli ha conferito l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica. [Alessandro Martini]

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Edek Osser, 04 gennaio 2023 | © Riproduzione riservata

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