Nel metaverso con Ottaviano
Il nuovo progetto della Fondazione Federico II per il Palazzo Reale di Palermo

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Si chiama μετά, prefisso greco che significa meta, ovvero andare oltre. È il nome scelto dalla Fondazione Federico II per il nuovo spazio inaugurato nel Palazzo Reale di Palermo dedicato a superare le vecchie frontiere e a scoprire le nuove possibilità riservate all’opera d’arte e alla sua salvaguardia nel metaverso.
Una «Infinity room» nella quale si potrà assistere alla smaterializzazione e materializzazione di inestimabili capolavori, garantendone la tutela e ampliandone al contempo le opportunità di studio e ricerca. La prima opera esposta è il ritratto marmoreo originale del primo imperatore romano Ottaviano Augusto, in prestito dal Museo Regionale di Centuripe (Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci), rinvenuto 83 anni fa nell’omonimo borgo in provincia di Enna, dove è recentemente tornato, dopo lunghe peregrinazioni. Fu l’imperatore in persona ad attribuire alla cittadina di Centuripe il titolo di municipium romanum in seguito alla fedeltà dimostrata nella battaglia contro Sesto Pompeo nel 30 a.C.
«Si tratta di un ulteriore step progettuale nella gestione culturale di Palazzo Reale da parte della Fondazione Federico II, che nell’ultimo quinquennio ha completamente rivoluzionato l’esperienza del visitatore con l’apertura al pubblico di nuovi spazi, l’ideazione di mostre inedite con i grandi artisti della scena mondiale e un nuovo bookshop dal sapore internazionale. Il progetto, co-finanziato da Invitalia e dal Ministero della Cultura nell’ambito di Cultura Crea, nasce dalla partnership tra la Fondazione Federico II e Forma Rei onlus per lo sviluppo dell’innovazione tecnologica in ambito culturale. Le collaborazioni saranno estese di volta in volta a istituzioni museali, gallerie d’arte e collezionisti regionali e nazionali che vorranno esporre le opere all’interno di spazio μετα», spiegano dalla Fondazione.
A implementare la «Meta experience» che Palazzo Reale propone ora ai suoi visitatori, circa un milione ogni anno, si aggiunge inoltre «Quinckscan»: la possibilità per chiunque di essere scansionato in 60 secondo e di ricevere un’identità e un avatar digitale attraverso i quali poter accedere al metaverso e realizzare il proprio busto in materiale ecosostenibile (lo stesso tipo di riproduzione si può effettuare anche per l’opera di volta in volta esposta). Il processo di scansione avviene tramite una nuvola di punti nei quali in visitatore sarà completamente immerso.
