Nei dominii cadolingi di Scandicci

Nuova vita per la Badia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo

Una veduta della Badia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo, Scandicci
Laura Lombardi |  | Scandicci (Fi)

Divisa in due corpi nel 1783 dal granduca di Toscana Pietro Leopoldo, la Badia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo nel comune di Scandicci è tornata a essere un insieme unico, grazie all’amicizia tra don Carlo Maurizi, alla Badia da 25 anni, e Paolo Nocentini: imprenditore con un passato di impegno nel Pci.

L’intervento di recupero premia gli sforzi dell’Associazione Amici della Badia di Settimo, impegnata dal 1996 per preservare il patrimonio di quel luogo che affonda le sue radici nella seconda metà del X secolo tra i domini di signori di origine longobarda, che da Cadolo presero il nome di Cadolingi. Dapprima affidato ai Benedettini, dal 1236 il monastero, per volere di papa Gregorio IX, passa ai Cistercensi, fino alla soppressione settecentesca degli Ordini. Nel 2008 si è costituita la Fondazione Opera della Badia di Settimo, ora rinforzata dall’apporto decisivo della Savino Del Bene,
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