Napoleone il visionario

Al Museo Napoleonico visioni e progetti che dovevano trasformare Roma in seguito alla sua annessione all’impero francese

Un'acquaforte satirica di Bartolomeo Pinelli («Battaglia tra antiquari al Colosseo», 1813)
Guglielmo Gigliotti |

Roma. Presso il Museo Napoleonico, fino al 31 maggio, una mostra illustra visioni e progetti che, tra realtà e utopia, dovevano trasformare Roma in seguito alla sua annessione all’impero francese: «Aspettando l’imperatore. Monumenti, archeologia e urbanistica nella Roma di Napoleone 1809-1814».

Il curatore, Marco Pupillo, ha selezionato 50 tra disegni, acqueforti, dipinti, progetti urbanistici e documenti politici, custoditi presso il Museo di Roma a Palazzo Braschi e lo stesso museo ospitante. Esiliato il papa Pio VII, priorità dell’amministrazione napoleonica fu quella di rendere Roma una capitale europea moderna, funzionale, laica.

Gli architetti Valadier, Stern, Camporese, i pittori Pinelli e Wicar, e le forze politicamente più avanzate di quella fervida stagione di rinascita, prestarono il loro ingegno per avviare quel processo, che sarà portato a compimento dopo l’unità d’Italia.

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