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Muzio, Verna e Schialvino sono la forza dello Sforzesco

Michela Moro

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Il Castello Sforzesco è il vertice laico della storia di Milano, contrapposto al cattolicissimo Duomo, e come il Duomo racchiude i grandi tesori della città. Costruito nel XV secolo da Francesco Sforza duca di Milano, è stato per secoli cittadella militare, poi restaurato da Luca Beltrami a fine Ottocento con l’intento di riportarlo alle medievali forme originarie.

L’interno è un susseguirsi di tesori: nella Pinacoteca sono esposti dipinti di Andrea Mantegna, Paolo Uccello, Vincenzo Foppa, Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Bramantino, nel Museo di Arte Antica si ammira tra gli altri il monumento sepolcrale del crudele Bernabò Visconti, nella Sala delle Asse si trova il migliore Leonardo da Vinci milanese di sempre; la scelta è amplissima tra il Museo egizio, il Museo degli strumenti musicali, la Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli. Nell’antico Ospedale Spagnolo ha trovato nuova sede la Pietà Rondanini scolpita da Michelangelo tra il 1552 e il 1564, con un allestimento contemporaneo progettato dall’architetto Michele De Lucchi.

È consigliabile inoltre dare un’occhiata all’Archivio Fotografico, un po’ trascurato dai visitatori: Il patrimonio fotografico, composto da 850mila fotografie originali dal 1840 ai giorni nostri, è rappresentativo di tutte le tecniche fotografiche e dell’attività di autori importanti tra cui Nadar, Adolphe Braun, i Brogi e gli Alinari di Firenze, gli Anderson di Roma, Eugène Sévaistre, i milanesi Alessandro Duroni, Pompeo Pozzi, Luigi Sacchi, Giulio Rossi, Icilio Calzolari, Giuseppe Beltrami e Luca Comerio.

Fino al 10 aprile nel Castello sono esposte 16 grandi xilografie di Gianfranco Schialvino e Gianni Verna, che da una trentina d’anni danno vita a soggetti tratti dai classici della letteratura. Poi sarà la volta di «Ca’ Brüta 1921. Giovanni Muzio Opera Prima», ideata da Giovanni Tomaso Muzio in occasione del primo restauro dell’edificio, la mostra ripercorrere la carriera di Muzio con disegni, progetti e fotografie di 29 autori tra cui Ugo Mulas e Gianni Berengo Gardin.

Michela Moro, 11 aprile 2016 | © Riproduzione riservata

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