Antoine-Jean Gros, «Alessandro doma Bucefalo», 1800 ca, dipartimento di Arti graphiche, Museo del Louvre. © RMN-Grand Palais - M. Urtado

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Antoine-Jean Gros, «Alessandro doma Bucefalo», 1800 ca, dipartimento di Arti graphiche, Museo del Louvre. © RMN-Grand Palais - M. Urtado

Miti del collezionismo: Mariette e Antoine-Jean Gros

Dal fondo di arti grafiche del Louvre due allestimenti alla Rotonde Sully

Il Louvre ha attinto al suo fondo di arti grafiche per le due mostre visitabili nelle sale della Rotonde Sully dal 27 giugno al 30 settembre. Una è dedicata ai «Disegni italiani della collezione Mariette», con una sessantina di disegni di alcuni tra i massimi artisti dell’antichità come Michelangelo (sua una «Testa di satiro»), Raffaello, Tiziano, Veronese Guido Reni e Guercino, solo per citarne alcuni.

Pierre Jean Mariette (1694-1774) era un libraio, incisore, mercante d’arte, membro dell’Accademia di arti del disegno di Firenze e il più grande collezionista di arti grafiche dei suoi tempi. Il Louvre aveva già dedicato una mostra ai disegni francesi provenienti dalla medesima collezione, che fu in buona parte acquisita dal Cabinet du roi alla morte di Mariette.

Tra il novembre 1775 e il gennaio 1776 più di 9mila disegni andarono all’asta; oggi sono custoditi in diversi musei pubblici (tra cui l’Albertina di Vienna) e collezioni private. La mostra, come quella dei disegni francesi nel 2012, è curata da Pierre Rosenberg, presidente onorario del Louvre che con un grande lavoro di anni ha ricostruito il catalogo completo delle opere di Mariette. Ma non è l’unico inventario nelle collezioni del museo.

Un altro è quello dei disegni di Antoine-Jean Gros (1771-1835), la cui pubblicazione, prevista questo mese, è accompagnata dalla monografica intitolata «Antoine-Jean Gros e gli allievi di David». Gros entrò da apprendista nella bottega di Jacques-Louis David nel 1785. Fu uno degli allievi più talentuosi, ma ben presto prese le distanze dal maestro. Oggi è considerato il precursore del Romanticismo, avendo influenzato la prima generazione di artisti romantici, uno tra tutti: Géricault.

È di Gros il noto ritratto di «Napoleone al ponte d’Arcole» del 1801. Il pittore aveva lasciato la Francia durante la Rivoluzione e raggiunto l’Italia viaggiando tra Genova, Milano e Firenze. Nel 1796 aveva accompagnato il condottiero durante il noto episodio della prima campagna d’Italia. Meno nota invece la sua produzione grafica.

«I disegni di Antoine-Jean Gros, sottolinea il Louvre, ancora più che i suoi dipinti, testimoniano come l’artista si sia allontanato in modo progressivo dall’insegnamento classico del maestro, fino alla rottura definitiva con l’estetica neoclassica e l’affermazione di un nuovo stile». Sono esposte una quarantina di opere. I disegni illustrano i successi militari di Bonaparte o le gesta di Alessandro il Grande, con alcune tele a fare da pendant. Gli ultimi fogli riguardano gli anni del Primo Impero e della Restaurazione, che annunciano l’apice della sua carriera sotto Luigi XVIII e Carlo X. Gros si tolse la vita nel 1835.

Antoine-Jean Gros, «Alessandro doma Bucefalo», 1800 ca, dipartimento di Arti graphiche, Museo del Louvre. © RMN-Grand Palais - M. Urtado

Luana De Micco, 26 giugno 2019 | © Riproduzione riservata

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