Milano da abitare

24 Ore Cultura ripropone a distanza di 25 anni «Milano Moderna», un’indagine sulla ricostruzione postbellica della città, in un’edizione completamente rinnovata affidata a Fulvio Irace

La Torre Diamante di Porta Nuova-Varesine a Milano
Ada Masoero |  | Milano

Pubblicato nel 1996 da Federico Motta, «Milano Moderna» (un’indagine sulla ricostruzione postbellica della città), diventò un titolo di culto, presto introvabile. 24 Ore Cultura lo ripropone ora nell’edizione completamente rinnovata affidata a Fulvio Irace, che l’ha aggiornata al nostro tempo, intrecciando i suoi testi con un atlante fotografico (di Gabriele Basilico, Marco Introini, Filippo Romano, Paolo Rosselli, Giovanna Silva) in un percorso che evidenzia la capacità della città di farsi «laboratorio di una cultura non convenzionale del cambiamento». Votata sin dagli anni post-unitari al primato della modernità, Milano lo fu ancor più dopo i bombardamenti devastanti del 1943. E la scelta, dopo i marmi mussoliniani, fu di netta rottura.

Il volume, diviso in sette capitoli, inizia proprio con un campione dell’architettura fascista, il romano Luigi Moretti che, dopo i fasti interrotti dell’EUR di Roma, a Milano convinse il vicesindaco comunista Piero Montagnani a edificare delle case-albergo per chi la casa l’aveva perduta: architetture scarne e disadorne ma funzionali, cui si sarebbe aggiunto il complesso che innestava fra i palazzi fin de siècle di corso Italia un corpo architettonico geometrico e brutale, cieco e misterioso: un alieno inquietante.

Affrontato il tema del «condominio milanese» del dopoguerra, il volume ripercorre gli interventi di Asnago&Vender, il quartiere Gallaratese di Aymonino e Rossi, gli ultimi edifici di Gio Ponti e, dopo l’«arte in pubblico» (con le opere per l’architettura di Fontana, Somaini, Arnaldo e Giò Pomodoro e altri), la «Milano modernissima» degli anni ‘90 e 2000, cui hanno concorso, con progetti di vera rigenerazione urbana, autori prima italiani (Gregotti, Zucchi, Valle, Canali e altri), poi stranieri (Herzog&de Meuron, Rem Koolhas, Grafton, Chipperfield), fino alle torri che hanno ridisegnato il profilo della città, a Porta Nuova con Boeri, Pelli, Cucinella, Pei Cobb Freed e altri, e a City Life con Libeskind, Arata Isozaki, Zaha Hadid (nella foto, Porta Nuova-Varesine. In primo piano, Kohn Pedersen Fox Associates, torre Diamante). 

Milano Moderna. Architettura, arte e città 1947-2021,
a cura di Fulvio Irace, 242 pp., ill., 24 Ore Cultura, Milano 2021, € 65

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