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Michela Moro
Leggi i suoi articoliMilano è sempre più il punto di concentrazione per le case d’asta italiane e internazionali, sia per i preview, che qui si svolgono regolarmente da anni, sia ora anche per le aste che hanno costellato quest’ultimo periodo: Pandolfini, Wannenes e Cambi, tra i non milanesi, sono tra quelli che hanno individuato nel capoluogo lombardo la piazza migliore per offrire all’incanto
In base ai risultati, nell’ambito dell’arte moderna e contemporanea, le aste di fine primavera vedono Sotheby’s al primo posto con un risultato totale di 11.968.525 euro, l’82,9% di venduto per lotti e l’87,1% per valore.
Nei primi tre top lot due Fontana, entrambi «Concetto Spaziale. Attesa», del ’67 e ’68, aggiudicati rispettivamente per 1.323.000 e 723mila euro, e uno Schifano, «Grigio 402» venduto a 627mila.
Raphaelle Blanga, responsabile del dipartimento di Arte moderna e contemporanea, è soddisfatta: «Una sala vivace e partecipe, un buon flusso di offerte online e importanti collezionisti italiani e internazionali collegati al telefono hanno contribuito all’alta percentuale di venduto».
Farsetti resta invece a Prato e raccoglie 7 milioni di euro in due giorni di aste. Sempre Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1961, al primo posto, battuto a 2.410.250 euro, seguito da Alberto Savinio, «Monument», olio su tela, venduto a 754.250 euro e da Giorgio Morandi, «Paesaggio», olio su tela, 429.500 euro.
La casa d’aste commenta: «La maggioranza dei collezionisti preferisce le opere astratte contemporanee, mentre le opere figurative sono ricercate solo se di qualità e a prezzi contenuti. Il mercato dell’arte in Italia è assai dinamico e in evoluzione: per alcuni artisti (ad esempio Savinio, Dorazio e Alviani) l’interesse dei collezionisti è in aumento e potrebbe portare in tempi brevi a nuove interessanti valutazioni».
Il Ponte Casa d’Aste registra ben sette nuovi record: Bruno Munari, Aldo Galli, Carmelo Cappello, seguiti da Giangiacomo Spadari, Carlo Battaglia, Marfa Futurista e Ideo Pantaleoni con un risultato complessivo di 5,7 milioni di euro e il 93% di venduto.
Freddy Battino, direttore del dipartimento, commenta: «L’asta è stata particolarmente soddisfacente. Da un lato le aggiudicazioni dimostrano la crescente attenzione dei collezionisti per l’astrazione italiana, dall’altro le performance delle opere di Tano Festa e Mario Schifano consolidano il trend favorevole della Pop art». Top lot: Fernand Leger, «La femme à la rose», 1931, aggiudicato a 275mila euro; Jesus Rafael Soto, «Cuadrados en el espacio», 1971, 256.250; Christo, «Wrapped Trees (App. 380 trees - Project for the Avenue des Champs Elysées and the rond point des Champs Elysées in Paris)», 1969, 125mila.
L’utilizzo degli strumenti per acquistare in rete sta sempre più guadagnando la fiducia degli acquirenti; lo si è visto bene da Pandolfini al Centro Svizzero, dove gli schermi per le offerte online erano posizionati accanto al rostro. Così l’arazzo di Boetti di piccolo formato (16x16 cm) «Non parto non resto» è stato conteso tra sala, telefoni e rete, e con la cifra raggiunta di 62.500 euro rappresenta un piccolo record.
Il totale realizzato è stato di 2.162.500 euro, con Bonalumi che si assicura i primi due posti della top ten: «Bianco» del 1967 è stato aggiudicato a 295.800 euro, «Rosso» del 1984 a 149.400; terza posizione per «Les déjeuners», matita su carta del 1961 di Pablo Picasso venduto per 112.500 euro.
Da Genova anche Cambi ha optato per Milano e l’asta di moderno e contemporaneo del 13 giugno a Palazzo Serbelloni ha registrato un risultato totale di 1.150.850 euro, con una vendita per valore del 60,1% e per lotto del 54,3%.
Ancora Fontana in prima posizione con «Crocifissione», ceramica a lustro, venduto a 80mila euro, seguito da se stesso con «Tavoletta graffita (Madonna)» e da Victor Vasarely, «Anadyr II», 1956-59; entrambe queste opere aggiudicate a 75mila euro.
Anche la scelta di Wannenes, sempre da Genova, di affrontare il 9 giugno la scena milanese dalla Sala Carroponte di Open Care-Frigoriferi Milanesi è stata premiata con un totale di 733.484 euro, con il 71,4% per valore e il 45,1% per lotto.
Ex-aequo al primo posto per Carol Rama, «La guerra è astratta», 1971, camere d’aria, gomme e fili di rame su tela, e Kenneth Noland, «10 May 1963», acrilico su tela, entrambi aggiudicati a 99.200 euro, seguiti da Nam June Paik, «Senza titolo», anni ’60, a 49.600.
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