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Un'opera di Chen Desheng esposta alla Esh Gallery: un bonsai in porcellana di Dehua

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Un'opera di Chen Desheng esposta alla Esh Gallery: un bonsai in porcellana di Dehua

Milano Asian Art esce dai confini cittadini

La manifestazione si irradia anche a Parabiago, con il Crespi Bonsai Museum

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Per la sua decima edizione Milano Asian Art (dal 15 al 31 maggio; asianart.milano.it) allarga il suo raggio d’azione e se il cuore della manifestazione continua a battere nel centro della città, ora s’irradia anche a Parabiago, con Crespi Bonsai, che ha qui i suoi vivai e il Crespi Bonsai Museum, visitabile nei giorni della manifestazione.

Alle gallerie aderenti (che quest’anno vedono aggiungersi a David Sorgato, La Galliavola, Mirco Cattai e Renzo Freschi, storiche «colonne» di Milano Asian Art, i nuovi aderenti Esh Gallery, Mastromauro Japanese Works of Art e Oro Incenso e Mirra) Crespi si è affiancato con due eventi: alla Galliavola alcuni suoi bonsai sono accostati, nella mostra «Il mondo che ho visto», ai preziosi oggetti della collezione dei fondatori della galleria, Carla e Roberto Gaggianesi, mentre a Parabiago (con la giapponese Satsuki Bonsai Association di Kanuma) va in scena l’ottava edizione del Satsuki Bonsai Festival che presenta, dal 15 al 26 maggio, le fioriture d’innumerevoli azalee.

In centro città, David Sorgato propone «Regalità. Le sedute imperiali cinesi», con alcuni troni dal XVIII al XX secolo e i piccoli, pregiati tappeti da trono o da meditazione (questi tibetani), mentre Esh Gallery fino al 28 giugno presenta «Blanc de Chine: Visioni contemporanee», dove la porcellana bianca di Dehua (Blanc de Chine) è lavorata da artisti di oggi, fra i quali il pluripremiato Su Xianzhong. Da Mastromauro va in scena «Satsuma. Armonie di forme e colori», con una scelta di 20 ceramiche giapponesi da collezione della manifattura di Satsuma del periodo Edo-Meiji.

Mirco Cattai spazia invece «Dai tesori del Bengala alla Cina antica», in un itinerario ampio anche cronologicamente, che dal II secolo a.C. delle poco note sculture del nord dell’India (dinastia Shunga), giunge fino alle sculture cinesi della Dinastia Tang (618-907).

«Magie d’Oriente» è il titolo della mostra di Oro, Incenso e Mirra, in cui Giovanna Frossi ha riunito veri tesori dell’oreficeria orientale, da lei acquistati nei suoi tanti viaggi sulla Via della Seta, mentre Renzo Freschi punta sull’India nord-occidentale, e in «Ganesh Sthapana-Talismani ricamati» presenta le stoffe apotropaiche ricamate, appese sulle porte delle abitazioni del Gujarath, raffiguranti la benefica divinità indù Ganesh.

Alle gallerie si affianca, come sempre, il Museo Poldi Pezzoli con la mostra «Dal netsuke all’okimono» e, da quest’anno, il Mudec-Museo delle Culture, con «Kokeshi», rassegna di manufatti lignei simili a bambole, realizzati nel nord del Giappone.

Un'opera di Chen Desheng esposta alla Esh Gallery: un bonsai in porcellana di Dehua

Ada Masoero, 13 maggio 2019 | © Riproduzione riservata

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