Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliTrasferimento della Pinacoteca Nazionale da Palazzo dei Diamanti al Castello Estense: l’iter è partito (cfr. lo scorso numero, p. 14) e il progetto è già finanziato grazie a 7 milioni di euro, ma serviranno almeno tre anni per il suo completamento.
A dirlo è Martina Bagnoli, una formazione tra Gb e Usa e un passato di curatore capo di arte e manoscritti medioevali al Walters Art Museum di Baltimora, oggi direttrice delle Gallerie Estensi di Modena e Ferrara (nate nel 2014 come polo museale di cui fanno parte proprio la Pinacoteca di Ferrara insieme con Galleria Estense di Modena e Palazzo Ducale di Sassuolo), che spiega i prossimi passaggi: «Ora la Soprintendenza unica di Bologna dovrà esprimersi e servirà un tavolo tecnico per il parere definitivo. Siamo agli incontri preliminari perché sono appena partiti al Castello Estense i lavori per il recupero dei danni causati dal sisma del 2012. Sento dire che la storia della Pinacoteca nazionale non c’entra nulla con la collezione della famiglia d’Este: è vero, ma del resto ci sono vantaggi e svantaggi in ogni situazione. Comunque prima del progetto museografico relativo allo spostamento servirà un progetto di restauro architettonico». Di questo spostamento si parla da tempo, ma ora il Mibact ha preso una decisione ufficiale, appunto legata al finanziamento milionario.
La Pinacoteca Nazionale, oggi situata a Palazzo dei Diamanti di proprietà comunale (al piano terra da decenni la Fondazione Ferrara Arte organizza esposizioni per conto di Comune e Provincia), cambierà dunque sede seppur in tempi non brevi. «Intanto, conclude Bagnoli, con i restauri di Palazzo dei Diamanti non chiuderemo al pubblico la Pinacoteca, a parte il periodo dei lavori al tetto».
Il Castello Estense, il monumento più visitato di Ferrara di proprietà della Provincia, non ha nulla a che fare con la storica collezione degli Este. Quest’ultima, infatti, al momento della Devoluzione di Ferrara alla Chiesa (1598) finì a Modena e in parte a Roma. La Pinacoteca Nazionale nacque invece nel 1836 per iniziativa del Comune di Ferrara a Palazzo dei Diamanti, questo sì legato agli Este, dove vennero esposte le grandi pale d’altare provenienti dalle chiese sconsacrate da Napoleone e altri dipinti acquistati da collezioni private cittadine. Nel 1958 passò allo Stato per poi essere arricchita da acquisti pubblici e dalle collezioni della Cassa di Risparmio di Ferrara.
Altri articoli dell'autore
Nella Chiesa di San Lorenzo sono esposte stampe perlopiù della collezione di Casa Gennari sul tema della stregoneria
A Palazzo Fava si ripercorrono i due soggiorni dell’artista in città: «Per lungo tempo considerato un episodio marginale, il caso bolognese si rivela un momento significativo nel processo di formazione e maturazione del suo linguaggio»
Nella città della Ghirlandina, promossa anche da un flusso turistico in aumento, fervono i cantieri per trasformare edifici storici in sedi culturali: in testa la sconfinata Fondazione Ago, ex ospedale del ’700 i cui lavori dovrebbero concludersi nel 2029. Quel che sembra mancare, però, è una «classe dirigente culturale», in grado di fornire coerenza e consistenza scientifica alle proposte, in rapporto anche all’importante tradizione modenese
Dopo aver guidato l’istituzione per oltre vent'anni e aver coordinato il sito Unesco «Cattedrale, Ghirlandina e Piazza Grande» verrà sostituita da un dirigente regionale



