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Lunatica Henrot

Jenny Dogliani

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La settimana è un’unità di tempo arbitraria, ma più di ogni altra influisce sull’umore e la psicologia dell’essere umano. Da queste riflessioni nasce la personale «Monday» di Camille Henrot allestita alla Fondazione Memmo Arte Contemporanea dal 12 maggio al 6 novembre

Curata da Cloé Perrone, la mostra presenta lavori inediti, sculture, affreschi e installazioni ispirati al lunedì. È la prima tappa di un progetto in due fasi che si completerà al Palais de Tokyo di Parigi nel 2017, dove saranno esposte opere dedicate anche agli altri giorni della settimana.

Al Madre di Napoli, intanto, dal 20 maggio (data di chiusura da definire) sono presentati i bozzetti di «Monday», come quelli per le sculture che l’artista francese, classe 1978, ha fuso nel bronzo. Sono forme sospese tra il figurativo e l’astratto, che lottano con se stesse e con l’universo per emergere e per sopravvivere, bizzarri personaggi in cui spesso si nasconde una duplice natura, inaspettate incarnazioni del dinamico caos e della spettrale malinconia tipici del lunedì, in latino Lunae dies (giorno della Luna). Vi sono le gambe di una strana creatura metà umana e metà anfibia, divisa tra il mondo subacqueo e quello aereo, «Derelitta», una figura antropomorfa riluttante ad alzarsi dal letto, e ancora, esseri surreali che sembrano sciogliersi in lacrime e ripiegarsi su se stessi o che salgono vittoriosi su podi solitari.

Il precario equilibrio tra svogliatezza e dinamismo, pigrizia e ispirazione, è approfondito con alcune opere murarie realizzate amalgamando carte e piccoli oggetti con stucco e polvere di marmo. Chiude il percorso uno zootropio (che in greco significa «la vita che gira»). È un dispositivo ottico che riproduce una giostra di uomini-cane attorno a un albero della cuccagna, in cui si fondono astrologia, esoterismo e mitologia, un vano tentativo di scandire, manipolare e controllare il tempo.

Jenny Dogliani, 09 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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