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Lo strappo sfortunato

Federico Castelli Gattinara

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Il pregevole affresco rinascimentale raffigurante la Pietà con san Giovanni, la Maddalena e un vescovo è tornato nella Chiesa di Sant’Agostino, mezzo secolo dopo il suo traumatico strappo dalla parete dalla sacrestia dov’era collocato in origine. Databile attorno al 1520, fa parte di un ciclo dedicato alla vita di Cristo e santi attualmente piuttosto frammentario, attribuibile alla scuola di Antonio del Massaro detto il Pastura, pittore Viterbese attivo nella seconda metà del Quattrocento e nei primi anni del secolo successivo soprattutto a Viterbo e nel Viterbese, ma anche in Vaticano, nell’appartamento Borgia al seguito di Pinturicchio, e nel Duomo di Orvieto.

Venduta la sacrestia ai privati, nel 1964 l’affresco venne malamente strappato senza l’autorizzazione della Soprintendenza, una prima volta con esiti pessimi forse per via dell’adesivo non completamente asciutto, quindi una seconda volta. L’anno seguente il dipinto fu sottoposto a sequestro giudiziario, poi affidato temporaneamente all’Istituto Centrale del Restauro che rimosse dal primo strappo le ridipinture che avevano cercato di sanare i danni prodotti. Un vero peccato dal momento che, nonostante i traumi subiti, l’opera ancora oggi mostra un’estrema raffinatezza e cura nell’esecuzione, con campiture di colore ottenute attraverso successive velature e figure ritoccate a secco. Per le abrasioni si è optato per un abbassamento di tono e, a fine restauro (diretto da Marica Mercalli), il dipinto è stato montato su moderni pannelli d’alluminio a nido d’ape.

Federico Castelli Gattinara, 12 ottobre 2016 | © Riproduzione riservata

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Lo strappo sfortunato | Federico Castelli Gattinara

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