«Leda» (1926) di Constantin Brancusi. © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist.RMN-Grand Palais - Adam Rzepka, Sabam Belgium, 2019

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«Leda» (1926) di Constantin Brancusi. © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist.RMN-Grand Palais - Adam Rzepka, Sabam Belgium, 2019

Le sublimi astrazioni di Brancusi al Bozar

La prima retrospettiva a Bruxelles dedicata al padre della scultura moderna

Il museo Bozar-Palais des Beaux-Arts accoglie, dal 2 ottobre al 12 gennaio 2020, la mostra «Brancusi. Sublimazione della forma», un’ampia retrospettiva, la prima a Bruxelles, dedicata a Constantin Brancusi, padre della scultura moderna.

L’artista rumeno (1876-1957) raggiunse Parigi nel 1904 dove per qualche tempo frequentò l’atelier di Rodin e scoprì le opere di Medardo Rosso. Nel 1907 Brancusi ruppe con la tradizione del modellato, cominciò a intagliare la pietra e iniziò a lavorare sulle sculture in serie, rilavorando per anni gli stessi temi ed eliminando via via ogni elemento superfluo.

La mostra dedica ampio spazio ad alcuni cicli celebri, come «Musa addormentata» e «Mademoiselle Pogany», al tema dell’atelier dell’artista e all’amicizia con Amedeo Modigliani, Marcel Duchamp, Éric Satie, Man Ray o ancora Tristan Tzara. Diverse opere, tra cui «Leda» del 1926, arrivano dal Centre Pompidou di Parigi, dove, sulla piazza, l’atelier di Brancusi, che ha donato tutto allo Stato francese, è stato ricostituito nel 1977.

L’ultima sezione è dedicata al complesso monumentale che Brancusi realizzò nel 1938 per la sua città natale, Targu Jiu, con le tre sculture, la «Colonna dell’infinito», la «Porta del Bacio» e «La tavola del silenzio», omaggio alle vittime della prima guerra mondiale.

La mostra è organizzata nell’ambito del festival Europalia, lanciato a Bruxelles 50 anni fa (la prima edizione del 1969 era dedicata all’Italia). Fino al 12 gennaio Bozar presenta anche «Yves Zurstrassen. Free», una retrospettiva che ripercorre gli ultimi dieci anni dell’opera dell’artista belga (1956), ma in senso cronologico inverso, dal 2019 al 2009.

Zurstrassen, autodidatta, la cui opera naviga tra astrazione lirica ed Espressionismo astratto, associa pittura, collage e fotografia, passa dal bianco e nero al giallo vivace. Tra le ultime composizioni, «Slow Dance» del 2019.

«Leda» (1926) di Constantin Brancusi. © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist.RMN-Grand Palais - Adam Rzepka, Sabam Belgium, 2019

Luana De Micco, 02 ottobre 2019 | © Riproduzione riservata

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