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Le passioni di Elsken

Al Jeu de Paume il maestro olandese della fotografia documentaria

Ed van der Elsken «si considerava come un cacciatore che seduce e provoca le sue prede per colpire al momento giusto. Ma era molto più di questo. Era un uomo che sognava di farsi innestare una telecamere in testa per poter cogliere la realtà in ogni momento», scrivono Marta Gili, direttrice del Jeu de Paume, e Beatrix Ruf, direttrice dello Stedelijk Museum di Amsterdam. I due musei hanno curato insieme la retrospettiva «La vie folle» attualmente nel museo parigino fino al 24 settembre.

Ed van der Elsken (1925-90) fu un innovatore della fotografia documentaria creando immagini quasi cinematografiche. Il soggetto dei suoi scatti era la strada con la sua gente, «gente vera». Il fotografo si improvvisava regista, parlava con le persone, le provocava per far uscire il vero che ognuno ha dentro. La mostra propone alcune foto emblematiche del suo lavoro. Le prime della Parigi degli anni Cinquanta e la «vie de bohème» del quartiere di Saint-Germain-des-Prés che Ed van der Elsken immortalò per l’agenzia Magnum.

Il suo primo libro (ne ha pubblicati una ventina), Love on the Left Bank, tra fiction e realtà, uscì nel 1956 e si pone tra i capolavori del periodo insieme a quelli di Robert Frank e William Klein. Iniziò poi a viaggiare per il mondo, in Africa centrale, dove fotografò i villaggi isolati e chiese ai bambini di disegnargli personaggi rituali. Fu poi a Hong Kong, nelle Filippine, a Tokyo, negli Stati Uniti.

Nel 1966 pubblicò Sweet Life. Al Jeu de Paume sono in mostra anche le foto in bianco e nero della Amsterdam degli anni Settanta, gli anni di Camera in Love. Ed van der Elsken realizzò anche diversi film, molti autobiografici. Nell’ultimo, «Bye», del 1990, il fotografo, malato di cancro, si filmò durante i trattamenti. La mostra passerà alla Fundación Mapfre di Madrid dal 23 gennaio al 20 maggio 2018.

Luana De Micco, 05 settembre 2017 | © Riproduzione riservata

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Le passioni di Elsken | Luana De Micco

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