Lavinia Fontana sbanca il mercato con un nuovo ritratto di Antonietta Gonsalvus

Un dipinto di cui si conosceva già un esemplare, perfettamente identico, conservato in un museo francese ha smentito la massima di un noto antiquario: «Non comprare mai l’originale di cui esiste una copia al Louvre»

«Ritratto di Antonietta Gonsalvus» di Lavinia Fontana venduto da Rouillac per 1,25 milioni di euro
Simone Facchinetti |

La vendita all’asta di Rouillac che si è celebrata lo scorso 4 giugno al castello d’Artigny a Montbazon è stata per molti versi memorabile. Al netto dello show messo in piedi da Aymeric Rouillac, bisogna ammettere che il giovane commissaire-priseur è stato all’altezza della situazione e ha diretto l’orchestra con una certa abilità.

Quella che gli era capitata tra le mani, almeno all’apparenza, era una vera e propria patata bollente: un dipinto di Lavinia Fontana di cui si conosceva già un esemplare, perfettamente identico, conservato in un museo francese. Come recita la massima di un noto antiquario: «Non comprare mai l’originale di cui esiste una copia al Louvre». Ovvero, non metterti mai contro i poteri forti e le conoscenze incrostate. Ma sarà proprio vero? Il risultato dell’asta ha confermato la possibilità di ribaltare i pronostici, anche quelli più negativi.

Ecco i dati: il «Ritratto di Antonietta Gonsalvus» dipinto da Lavinia Fontana e stimato 80-120mila euro, proposto durante i momenti concitati della vendita, ha raggiunto in pochi minuti 500mila euro, si è trascinato più lentamente al milione prima di fermarsi a a 1,25 milioni di euro di martello. Il che significa che al suo nuovo proprietario è costato oltre 1,5 milioni di euro.

Come si è detto, del quadro si conosceva già una versione meno bella nelle raccolte del Castello di Blois, oltre a un disegno, sempre di Lavinia e col medesimo soggetto, alla Pierpont Morgan Library a New York. Primo argomento: la sconosciuta tela di Lavinia apparsa in asta era sensibilmente migliore rispetto a quella musealizzata; ma chi ha saputo intuirlo, sotto spessi strati di vernice ingiallita? Secondo argomento: perché tanto interesse per un soggetto del genere?

Per il semplice motivo che rispecchia perfettamente la nostra epoca, alla ricerca smaniosa di opere eseguite da artiste, ma non solo. Siamo in presenza di un soggetto curioso e fuori dall’ordinario che può intrigare chiunque, in modo trasversale. Antonietta, o Tognina, aveva ereditato l’ipertricosi (una patologia che aumenta in modo anormale la pelosità del corpo) dal padre Pietro, nato a Tenerife nel 1537 e cresciuto alla corte di Enrico II di Francia. Dopo la morte di Caterina de Medici la famiglia Gonsalvus aveva perduto gli antichi protettori e si era trovata costretta a peregrinare in Italia, fino a quando è entrata nell’orbita di Ranuccio Farnese, duca di Parma. Tognina è stata offerta a Isabella Pallavicina, marchesa di Soragna.

Questa breve storia è raccontata per sommi capi nella lettera che la bambina tiene stretta tra le mani nel dipinto che la ritrae. Nel 1594 Tognina è stata esaminata dal celebre medico bolognese Ulisse Aldrovandi, il quale ne scriverà nella Monstrorum historia. Qualche anno prima Lavinia Fontana aveva immortalato Tognina sulla tela, oggi come allora salita alla ribalta.

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Simone Facchinetti