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Il «Battesimo di Cristo» venduto da Doyle a New York per 28.350 dollari

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Il «Battesimo di Cristo» venduto da Doyle a New York per 28.350 dollari

La vista lunga del connaisseur. Per vendere meglio

Stabilire l’esatta attribuzione serve a fare qualche passo avanti e a interessare nuovi potenziali acquirenti

Simone Facchinetti

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Chi si sarà aggiudicato il «Battesimo di Cristo» venduto lo scorso 24 maggio da Doyle a New York per 28.350 dollari? È probabile che non ci sia stata una gran gara: a chi interessa più il Rinascimento lombardo? La tavoletta (35x49,5 cm) aveva una stima di 10-15mila dollari e si portava dietro una tradizionale attribuzione a Vincenzo Civerchio.

Nella scheda si informava che era stato avanzato anche il nome di Francesco de’ Tatti, autore a cui effettivamente appartiene. In questi casi solo lo stile ci può aiutare a risolvere il problema. Evidentemente visti dagli Stati Uniti Civerchio e Tatti sono più o meno la stessa cosa, ma non è esattamente così. Il peso dei conoscitori viene fatto valere per i nomi importanti della storia dell’arte (ovvero per beni di valore economico significativo), del resto chi se ne importa.

Un atteggiamento così sciatto è abbastanza comune. D’altronde le case d’aste devono macinare utili, non risolvere questioni attributive. Vero, tutto vero. Ma il valore delle opere d’arte dipende da molti fattori, non ultimo il nome di chi le ha realizzate.

Stabilire l’esatta attribuzione serve a fare qualche passo avanti e a interessare nuovi potenziali acquirenti. Il «Battesimo di Cristo» ha le stesse dimensioni (in altezza) delle due tavole di predella conservate al Museo Poldi Pezzoli a Milano. Anche lo stile coincide con quel momento della parabola espressiva del pittore. A prima vista sembrerebbe che la tavola di Doyle completasse la serie, iniziata con l’«Annunciazione» (35,9x48,7 cm) e proseguita con la «Natività» (36,5x70 cm).

Le misure del Battesimo sono quasi identiche alla prima e questo dato confermerebbe l’ipotesi. Tuttavia il pittore ama costruire le sue storie con un fuoco centrale, mentre nel nostro caso la figura di Cristo e la colomba dello Spirito Santo sono leggermente spostate. Nello stato attuale troppo peso è dato ai due testimoni che stanno in riva al Giordano. Secondo il gusto odierno corrispondono alle figure più moderne.

Sembrano dei perditempo che assistono a un evento sportivo. Aguzzando la vista si nota che all’estremità destra della composizione ci sono due angeli interi e un terzo di cui è sopravvissuto solo il profilo della gamba e una porzione del braccio. È il segno che la tavola è stata tagliata. È probabile che si completasse con un paesaggio. Il nostro dipinto doveva essere largo quanto la Natività.

L’altra informazione che ricaviamo da questa ipotesi è che manca all’appello almeno un altro elemento di predella. Morale: la connoisseurship serve ancora. Se tutte queste informazioni fossero state pazientemente vagliate e raccolte dagli esperti di Doyle i potenziali interessati all’acquisto del Battesimo sarebbero certamente aumentati, facendo lievitare il prezzo.
 

Il «Battesimo di Cristo» venduto da Doyle a New York per 28.350 dollari

Simone Facchinetti, 04 agosto 2022 | © Riproduzione riservata

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