Il «Satiro ebbro» scoperto nel 1754. © Museo Archeologico Nazionale di Napoli

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Il «Satiro ebbro» scoperto nel 1754. © Museo Archeologico Nazionale di Napoli

La Villa dei Papiri in trasferta alla Getty Villa

Presentate alcune delle opere più importanti rinvenute attorno al 1750

Quando J. Paul Getty decise di costruire un museo che ospitasse la sua straordinaria collezione d’arte antica, espresse agli architetti incaricati del progetto di non volere una struttura moderna bensì un design che richiamasse il periodo storico delle opere. E così Robert Langdon e Ernest Wilson, che collaborarono con Stephen Garrett e Norman Neuerburg, disegnarono una villa che riproponeva la Villa dei Papiri di Ercolano, gioiello dell’epoca romana. Il giardino con la vasca rettangolare e il peristilio di colonne alte e sottili e i marmi policromi ricrearono la villa seppellita dalle ceneri del Vesuvio nel 79 a.C.

«La Villa dei Papiri è una delle più lussuose residenze private del mondo classico e il suo ruolo nella storia dell’archeologia non ha pari, osserva Timothy Potts, direttore del museo. Le sue collezioni di statue di bronzo e la sua biblioteca, l’unica dell’antichità di papiri, sono del tutto uniche e ci raccontano la storia di chi l’abitava. Niente di meno che il suocero di Caio Giulio Cesare».

Ora, dal 26 giugno al 28 ottobre, la Getty Villa di Malibu presenta la mostra «Sepolti dal Vesuvio: tesori della villa dei Papiri», che raggruppa alcune delle opere più importanti rinvenute attorno al 1750, epoca degli scavi che portarono alla luce Ercolano, insieme a reperti di recente scoperta e a esemplari restaurati dei papiri conservati nella biblioteca originale della villa andati quasi completamente distrutti.

Il «Satiro ebbro» scoperto nel 1754. © Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Viviana Bucarelli, 25 giugno 2019 | © Riproduzione riservata

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La Villa dei Papiri in trasferta alla Getty Villa | Viviana Bucarelli

La Villa dei Papiri in trasferta alla Getty Villa | Viviana Bucarelli