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Caterina Riva © Gianluca Di Ioia

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La svolta ecologica di AMACI

L’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani organizza un convegno per elaborare strategie e azioni comuni a favore della sostenibilità

Veronica Rodenigo

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Ripensare il sistema dell’arte contemporanea attraverso i temi dell’ecologia e della sostenibilità. AMACI, in collaborazione con la casa editrice romana NERO, dedica la giornata del 24 novembre al convegno «Museums at the Ecological Turn| I Musei alla svolta ecologica», organizzato nell’Aula Magna dell’Università degli studi di Bergamo (inizio ore 10), nell’ambito del programma Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.

L’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani si approccia a una riflessione teorica per elaborare strategie e azioni comuni tra arte, istituzioni museali e comunità, consapevole anche del fatto che musei e le opere in essi custodite sono stati teatro di eclatanti azioni di attivismo ecologico. L’appuntamento bergamasco vede coinvolti pensatrici e pensatori radicali, artiste e artisti, curatrici e rappresentanti dell’attivismo climatico uniti in un dibattito articolato attorno quattro temi, moderato da Caterina Riva, Direttrice del MACTE di Termoli e Laura Tripaldi, scrittrice e ricercatrice.

Bart van der Heide (direttore di Museion, Bolzano) dialoga con Amal Khalaf (curatrice e artista) su «Ecologia e istituzioni: oltre la sostenibilità»; Emanuele Braga (artista, filosofo e attivista) si confronta con Jamie Allinson (membro di Salvage) su «Il discorso ecologico nell’arte contemporanea»; Stella Succi (storica dell’arte), Leonardo Lovati e Fioretta Maldifassi (sostenitori di Ultima Generazione) parlano di «Arte, ecologia radicale e azione politica»; Cal Flyn (scrittrice e giornalista) e Isabelle Carbonell (regista e docente) discutono su «Vivere tra le rovine: una riflessione sul paradigma della conservazione».

Così Caterina Riva (direttrice del MACTE) spiega quanto sia proseguire sulla via dell’incontro pubblico, sul dibattito per addetti ai lavori e quanto lo sia concentrarsi sull’organizzazione di proposte espositive: «Stiamo trattando una complessità in continua mutazione. Il convegno è un punto di partenza che s’inscrive nella tradizione di Museo Ventuno, la piattaforma di ricerca AMACI inaugurata nel 2017 per interfacciarsi con la realtà interconnessa a questioni sociali, cultuali e politiche. Ecologia e sostenibilità sono sempre più presenti nel lessico dei musei e del dibattito in generale, ma i processi sono molto lenti e complessi. Il convegno conferma un’attenzione per queste trasformazioni ma il campo rimane di riflessione e non di azione immediata anche perché in AMACI coesistono organizzazioni molto diverse e le decisioni coinvolgono moltissimi ambiti, aspetti e persone. Le soluzioni non sono di facile raggiungimento.

Il taglio che però si è voluto dare è quello di rovesciare il paradigma istituzionale, ossia provare a dare spazio ad altre voci nel dibattito mediatico
Ne è un esempio l’intervista di Stella Succi a due attiviste di Ultima Generazione la cui denuncia climatica parte dalle opere d’arte stesse. Il convegno, a cui seguirà una pubblicazione, raccoglie molti ospiti internazionali e ciò credo sia molto costruttivo. Parlare di una progettualità concreta sulla proposta espositiva dedicata al tema è sicuramente prematuro soprattutto perché ogni museo poi la declina autonomamente. Ricordo comunque che il tema della sostenibilità è stato il filo conduttore della Giornata del Contemporaneo conclusasi in ottobre. Le antenne sono in allerta, ma è un processo in divenire. Si tratta di un impegno a considerare anche come la nostra consapevolezza si vada affinando».
 

Veronica Rodenigo, 10 novembre 2023 | © Riproduzione riservata

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