La scultura vola se abbassa il volume
Tre generazioni «in equilibrio» da Mazzoleni

Nel 1987-88 al Castello di Rivoli l’allora direttore Rudi Fuchs insieme a Johannes Gachnang e a Francesco Poli curò la mostra «Standing Sculpture». Tema: la «scultura stante», preferibilmente eretta, nel suo rapporto con lo spazio. Erano i tempi in cui il pensiero postmoderno spingeva verso un recupero degli elementi tradizionali delle discipline artistiche, un allegramente disordinato «ritorno all’ordine» (sparso) in cui potevano convergere tendenze e individualità diverse, da Sol LeWitt ai neoespressionisti, da Chillida a Beuys, senza neppure escludere i bronzi di un pittore, Willem de Kooning, che neoespressionista lo era stato già negli anni Cinquanta.
Trent’anni dopo quella rassegna un curatore della «generazione di mezzo, Giorgio Verzotti, ribalta la situazione: molti artisti da lui scoperti e sostenuti hanno riaperto il dialogo con il pensiero delle avanguardie e delle neoavanguardie
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