La «scienza della pittura» di Leonardo al Louvre

La mostra clou del cinquecentenario sarà epocale: attesi 7mila visitatori al giorno. Dai musei italiani sono arrivate 23 opere

Leonardo da Vinci, «Studio di figura per la "Battaglia di Anghiari"». © Szépmüvészeti Múzeum - Museum of Fine Arts, Budapest
Luana De Micco |  | Parigi

«Per Leonardo la pittura era la scienza divina. I suoi studi d’anatomia umana e sulla natura devono essere letti in funzione della pittura. Gli servivano a dipingere il quadro perfetto, quel quadro che, secondo lui, riesce cioè a restituire la natura nella sua totalità e complessità. La chiamò “scienza della pittura”. Leonardo era molto esigente e per tutta la vita rincorse la sua idea di perfezione. È anche perché è stato un grande scienziato che ha potuto dipingere tali capolavori. I suoi contemporanei li consideravano miracolosi. Ma non sappiamo se lui riteneva di aver raggiunto la perfezione desiderata. Si sa però che non smise mai di ritoccare i tre quadri che conservò accanto a sé fino alla morte, tra cui la Gioconda. Si doveva dire che poteva fare meglio». Vincent Delieuvin, capo conservatore del dipartimento delle pitture del Louvre, ci parla con trasporto della mostra dedicata al
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