La collezione Spannocchi riunita dopo un secolo

165 opere nell’ex ospedale di Santa Maria della Scala a Siena

«Ritratto d’uomo con barba», di Giovan Battista Moroni
Stefano Luppi |  | Siena

Grazie all’accordo del 2017 tra Mibact ed Enti locali, dal 19 marzo viene riunificata nell’ex ospedale di Santa Maria della Scala la Collezione Spannocchi-Piccolomini: 165 opere, tra gli altri, di Lorenzo Lotto, Giovan Battista Moroni, Paris Bordon, Sofonisba Anguissola, il Sodoma, Albrecht Dürer e Albrecht Altdorfer.

Della raccolta è parte integrante anche una serie di cartoni di Domenico Beccafumi, relativi al pavimento del Duomo di Siena: questi ultimi lavori, unica eccezione, resteranno alla Pinacoteca Nazionale di Siena mentre il resto, proveniente in massima parte proprio da questo museo (137 dipinti), viene riunito dopo oltre un secolo agli altri quadri della Piccolomini disseminati altrove.

Si tratta in particolare di 24 opere dal Museo Civico di Siena oltre a 2 dalla Provincia di Siena e 2 dagli Uffizi. La Collezione Spannocchi nasce nel 1774 con il matrimonio tra Caterina Piccolomini e Giuseppe Spannocchi e riunisce le raccolte di famiglia provenienti in parte dai Gonzaga di Mantova e dal ramo tirolese degli Asburgo.

Nel 1835 la famiglia donò la quadreria alla Comunità Civica di Siena da cui passò alla Galleria dell’Istituto di Belle Arti. Ultimo passaggio, precedente all’attuale, è nel 1932 quando le opere giungono nella nuova Regia Pinacoteca Nazionale dei Palazzi Buonsignori e Brigidi, ordinata da Cesare Brandi. Il progetto di riunione (catalogo Pacini) è curato dal direttore regionale Musei della Toscana Stefano Casciu, da Elena Rossoni e dal soprintendente Andrea Muzzi.

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