Un particolare della «Crocifissione» di Giovanni Battista Bertucci presentata da Longari Arte

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Un particolare della «Crocifissione» di Giovanni Battista Bertucci presentata da Longari Arte

La Biennale di Firenze, un grande museo in vendita

La 32ma mostra internazionale di antiquariato si terrà a Palazzo Corsini dal 24 settembre al 2 ottobre. Il segretario generale Fabrizio Moretti: «Sarà l’edizione dell’entusiasmo e della rinascita»

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Laura Lombardi

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Si è giunti alla presentazione alla stampa della 32ma Biaf-Biennale Internazionale dell’Antiquariato, dal 24 settembre al 2 ottobre in Palazzo Corsini, dopo l’interruzione pandemica (avrebbe dovuto svolgersi nel 2021). Segretario generale si conferma Fabrizio Moretti, in carica dal 2014, e tornano i partecipanti di sempre, circa un’ottantina, con importanti presenze straniere e, come già nelle ultime edizioni, alcune gallerie di arte contemporanea.

Il pubblico che Fabrizio Moretti attende a questo appuntamento così sospirato, che definisce «la prima grande mostra dell’era post Covid», è «un pubblico interessato al collezionismo, colto, sofisticato, ma anche un pubblico di direttori di musei italiani e internazionali. La Biennale è un museo in vendita e ricordo che già all’ultima edizione la Biennale ha avuto come acquirente gli Uffizi. Sarà la Biennale della rinascita, dell’entusiasmo, in una cornice strepitosa con un coinvolgimento di gallerie, negozi, artigiani tra via Tornabuoni e l’Oltrarno».

Tra le opere presentate, nell'allestimento di Mattia Corvino, ecco alcune anticipazioni. Da Carlo Orsi (Milano) un olio su tavola di scuola fiamminga raffigurante le «Tentazioni di sant’Antonio» da una stampa di Martin Schongauer, opera rarissima (ne esiste solo un’altra versione la Kimbell Art Museum) e mai esposta, ma anche una «Testa di orientale» di Giovanbattista Tiepolo. Da Bruno Botticelli (Firenze) troviamo un «Cristo benedicente» in marmo di Agostino di Duccio e un altro «Cristo» in legno di Lorenzo Maitani.

Da Altomani (Milano, Pesaro) «La Pala Rigoli» , rara testimonianza dell’attività di Alesso, figlio di Benozzo Gozzoli, mentre Moretti presenta un «Santo vescovo» di Niccolò di Segna, Siena attivo tra il 1331 e il 1345: una tempera su tavola, inizialmente parte del polittico ora presso la Pinacoteca Nazionale di Siena e proveniente dalla collezione Carlo De Carlo.  Canesso espone «Il Custode dell’orto» in pietra di Viggiù di uno scultore lombardo attivo tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, caso molto raro di trasposizione in pietra dello spirito artistico di Giuseppe Arcimboldo; da Jean-Luc Baroni è presente una «Sacra famiglia» di Alessandro Rosi (Firenze, 1627-1697) e e da Piva (Milano) un «Cristo portacroce»  su tavola assegnato a Domenico Beccafumi.

Un’importante aggiunta al catalogo dell’attività pittorica di Antonio Canova la troviamo da Antonacci-Lapiccirella (Roma) dove è esposto il dipinto su tavola, commissionato a Canova dal principe Abbondio Rezzonico,  senatore, complice nella beffa ordita nei confronti dei maggiori artisti e intellettuali a Roma, cui l’opera fu presentata come quell’«Autoritratto» di Giorgione conosciuto solo tramite un’incisione in un volume di Carlo Ridolfi del 1648. L’opera è accompagnata da uno studio di Fernando Mazzocca e sarà alla mostra a Casa Giorgione a Castelfranco Veneto (dal prossimo 14 ottobre al 15 febbraio 2023).

Carlo Virgilio propone un bronzo di Duilio Cambellotti, «L’avo», 1924, mentre la Società di Belle Arti ha il «Ritratto di signora russa» di un giovane Giovanni Boldini (1867). Da Tornabuoni l’acquarello di Vasilij Kandinskij «Communiqué», 1936; da Gian Enzo Sperone (New York, Seth) un «Nudo dormiente» di Casorati. La Galleria Walter Padovani propone due opere appartenenti alla Manifattura di Doccia: una porcellana con «San Carlo Borromeo in Adorazione del Crocifisso», da un modello bronzeo di Giovan Battista Foggini, e una «Madonna con il Bambino» in cera, ora attribuita da Rita Balleri a Girolamo Ticciati.
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A questo proposito, a ribadire il legame tra mondo antiquariale e patrimonio, va ricordato che la Biaf sta portando avanti il sostegno offerto alla Fondazione Archivio Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia nell’importante campagna di restauro di un nucleo di otto preziosi modelli in cera, gravemente danneggiati dall’umidità negli anni seguiti alla chiusura e all’abbandono del Museo Ginori: tra questi il gruppo raffigurante «Apollo e Marsia» (ora in stato frammentario), tratto da un’opera di Giovan Battista Foggini e realizzato su un calco eseguito nel 1748 dal figlio Vincenzo, «Venere che spenna Amore» e «Leda col Cigno», i cui archetipi in bronzo sono di Massimiliano Soldani Benzi.

E sempre in tema di mecenatismo, in occasione della Biaf Botticelli e Moretti hanno scelto di fare congiuntamente un gesto che commemori i loro rispettivi genitori antiquari, Veria e Franco Botticelli e Alfredo Moretti, e che sigli al tempo stesso «l’affezione nei confronti del patrimonio culturale del nostro Paese, un gesto di distensione e positività per quei momenti difficili e di incomprensione tra il pubblico e il privato».  

Si tratta della «Trinità e i santi Andrea, Maria Maddalena e Cristina» (olio su tela, cm 373 x 192,5), opera di Durante Alberti donata alla Cattedrale di Sansepolcro (per risarcire la chiesa di una grave perdita subita in passato). Ricordata nella visita pastorale compiuta nella chiesa dal vescovo Niccolò Tornabuoni nel 1582, e ceduta nel 1859, l’opera è stata acquistata divisa in due frammenti a un’asta nel 2002 e restaurata a cura dei suoi proprietari. Sarà ora riaccostata nella chiesa all’«Adorazione dei pastori» realizzata per la cappella Pichi dallo stesso artista.

In mostra a Palazzo Corsini non mancano mobili e oggetti, seppure in minoranza. Ad esempio, da Fondantico (Bologna) il trumeau veneziano, prima metà del XVIII secolo, da Tettamanti (Firenze) il daybed in stile neoegizio (1815) usato da Audrey Hepburn sul set di «Guerra e pace» o, da Antichità Giglio (Milano), le «Commodes à vantaux» di Giuseppe Maggiolini, ma anche il versatoio in ottone inciso (Venezia, 1550 circa) da Alessandro Cesati. Per gli arazzi  si segnala quello in lana e seta da Luciano Coen «La caccia al toro» (Bruxelles, ultimo quarto del XVI secolo).

Resta sempre l’annoso problema, in Italia, della notifica. «Se la notifica è una valorizzazione che certifica la qualità e l’eccellenza di un’opera, questo dovrebbe tradursi per il proprietario di un’opera in un plus e non un minus», commenta Bruno Botticelli, il nuovo Presidente della Associazione Antiquari, «mentre non abbiamo neppure diritto agli sgravi fiscali concessi ai palazzi notificati. E che cosa guadagna lo Stato da un’opera non venduta?».

Tra le novità di Biaf 2022, EY, Innovation Partner di questa edizione, avrà un corner in cui sperimentare il legame tra nuove tecnologie e arte, e uno spazio museale all’interno del Metaverso con opere d’arte premiate nelle precedenti edizioni della Biennale per vivere, anche da remoto, un’esperienza immersiva. Infine è stato pensato il videogioco in italiano e in inglese «Eternal Memories», scaricabile gratuitamente su tutti gli smartphone e iPad attraverso le principali piattaforme di app, prodotto per Biaf da Golem Multimedia, con la collaborazione di Tuo Museo e il sostegno di  Consultinvest, e corredato da filmati originali dell’epoca recuperati dagli archivi delle Teche Rai.

La Biennale è posta sotto il patrocinio della Regione Toscana, Comune di Firenze, Città Metropolitana, Camera di Commercio e ha come main sponsor Arte Generali  e il sostegno di Sotheby’s International Reality.

«Ritratto di signora russa» (1867) di Giovanni Boldini presentato dalla Società di Belle Arti

Laura Lombardi, 12 luglio 2022 | © Riproduzione riservata

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