Jeff Koons lascia Gagosian e David Zwirner per Pace

La galleria rappresenterà ora l'artista vivente più costoso del mondo

Jeff Koons e Larry Gagosian. Foto David Owens
Anna Brady |

L'artista vivente più costoso del mondo, Jeff Koons, sarà ora rappresentato in esclusiva e in tutto il mondo dalla galleria Pace, dopo aver lasciato David Zwirner e Gagosian che hanno venduto il suo lavoro per anni. L'artista americano, noto per le sue sculture di «gonfiabili» (una delle quali, Rabbit, venduta per 91,1 milioni di dollari diritti compresi nel 2019) sembra aver avuto un’epifania professionale durante i lunghi mesi della pandemia.

«A volte professionalmente nella vita possiamo trovarci a un bivio, dice Koons in una dichiarazione, passare l'ultimo anno o giù di lì e avere la possibilità di riflettere su ciò che vorresti ottenere con il lavoro e poterlo realizzare al massimo delle sue potenzialità. Ecco perché ho deciso che un cambiamento nell'ambiente in cui il mio lavoro è visto e supportato potrebbe essere una cosa positiva in questo momento. Conosco Marc Glimcher da decenni e ho pensato che Pace Gallery rappresenti oggi per me un'opportunità eccitante. La cosa più importante è la produzione del mio lavoro e vedere queste opere realizzate in modo che possano essere esposte e viste».

Koons racconta a «The New York Times» di aver manifestato a Larry Gagosian e David Zwirner la sua decisione in alcune lettere e dice: «mi è sempre piaciuta l'idea di avere più di una galleria in America». Ha aggiunto che questa mossa potrebbe costituire una netta rottura rispetto ad alcune controversie che hanno contraddistinto il suo lavoro, circostanza forse inevitabile per un artista-simbolo del mercato dell'arte del XXI secolo, dalle quotazioni tanto elevate.

Sia Zwirner che Gagosian sono stati coinvolti in casi giudiziari con collezionisti per le vendite del lavoro di Koons nell'ultimo decennio. Nel 2016 è stata archiviata una causa intentata dal dealer italiano Fabrizio Moretti contro Zwirner in merito alle diverse dimensioni di un'opera, mentre il collezionista Steven Tananbaum ha raggiunto un accordo stragiudiziale con Gagosian e con lo studio di Koons per una causa intentata nel 2018 per la presunta mancata consegna di tre opere di Koons.

Il calendario dell'attività di Pace con Koons prevede una mostra di sculture presso lo spazio di Palo Alto della galleria il prossimo anno, seguita da un'esposizione di nuovi lavori nel vasto spazio di New York nel 2023. Ma prima di allora, Koons ha una serie di mostre istituzionali: il 5 maggio, «Jeff Koons Mucem: Works from the Pinault Collection» si è aperta al Mucem, il Museo delle civiltà europee e mediterranee, a Marsiglia; questo autunno, «Jeff Koons: Shine» aprirà a Palazzo Strozzi a Firenze, in Italia, apparentemente «esplorando il riferimento di Koons alla filosofia, mediante superfici lucide e riflettenti» e a Doha questo novembre, i musei del Qatar monteranno «Jeff Koons: Lost in America».

Glimcher dice di Koons: «Jeff ha cambiato il modo in cui vediamo il mondo che ci circonda e il modo in cui comprendiamo la nostra cultura e noi stessi. Ha percepito un cambiamento culturale decenni prima che qualcuno di noi sapesse che era in corso, spingendosi oltre la barriera dell'elitarismo che stava recintando il mondo dell'arte». Gli fa eco David Zwirner: «Lavorare con Jeff è stato un immenso privilegio. Auguriamo buona fortuna a tutti coloro che saranno coinvolti nel suo prossimo capitolo».

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