Italics Panorama, buona la seconda

Opere d’arte pensate per gli spazi che le accolgono e luoghi affascinanti della vecchia Monopoli riscoperti per l’occasione hanno decretato il successo della mostra diffusa curata da De Bellis

Il Castello Carlo V di Monopoli
Giorgio Guglielmino |  | Monopoli (Ba)

La seconda edizione di Panorama - Italics, dopo la precedente che si tenne a Procida nell’estate del 2021, si è svolta a Monopoli (1-4 settembre) ed è stata caratterizzata da un deciso cambio di passo sotto vari aspetti.

Innanzitutto rispetto all’edizione di Procida le 50 gallerie presenti (tutte italiane come da precisa intenzione delle 9 gallerie che compongono il comitato organizzativo) hanno presentato opere decisamente più importanti e nella maggior parte dei casi pensate appositamente per gli intriganti spazi espositivi della vecchia Monopoli.

In questa ottica le opere di Ann Veronica Janssens (Galleria Alfonso Artiaco, Napoli), Alessandro Piangiamore (Galleria Magazzino, Roma), Michelangelo Pistoletto (Galleria Continua, San Gimignano) erano esposte in maniera da sposarsi perfettamente con lo spazio espositivo. La scultura di Judith Hopf (Galleria kaufmann repetto, Milano e New York) era installata in maniera molto divertente e ironica accanto al porticciolo: il «Phone user» non poteva fare a meno di scattarsi un selfie e utilizzare il paesaggio semplicemente come sfondo.
«Il Cacciatore di Polvere» (2018-22) di Alessandro Piangiamore. Foto Piero Percoco e Mirko Ostuni. Courtesy Italics, l’artista e Magazzino
Un decisivo contributo lo ha inoltre fornito la municipalità di Monopoli che per l’occasione ha concesso l’uso di spazi solitamente chiusi al pubblico e proprio tali spazi (alcune chiese dismesse) sono stati i più affascinanti luoghi espositivi.

Alcuni di essi presentavano anche opere antiche che entravano così in dialogo con i lavori contemporanei come nel caso di Stanley Whitney e di Michelangelo Pistoletto.  L’operazione di accostamento è piaciuta molto proprio a Stanley Whitney che per l’occasione ha dichiarato: «Questa mostra ha per me una particolare importanza. Il fatto che il mio quadro sia in dialogo con un’opera del XVII secolo rinforza il mio importane legame con l’Italia. Il sud dell’Italia, la sua architettura, la luce ed i colori: vedo costantemente come il mio pensiero ed il mio percorso siano stati forgiati dalle influenze italiane che sono così presenti nei miei lavori della maturità».
«Howl» (2022) di Stanley Whitney. Foto Piero Percoco e Mirko Ostuni. Courtesy Italics, l’artista e Gagosian
Se dopo Procida molti visitatori erano perplessi sulla validità dell’evento, a Monopoli invece si registrava un atteggiamento di piacevole curiosità del pubblico unito alla speranza che l’operazione si possa ripetere anche il prossimo anno. Dove? Non è ancora stato deciso dove si terrà la prossima edizione di Panorama né chi sarà il curatore dopo le due edizioni coordinate da Vincenzo de Bellis. Ma il comitato organizzatore è convinto di procedere con Panorama – Italics 3, magari anche cercando di trovare una formula che, senza snaturare la caratteristica di consorzio italiano di Italics, consenta tuttavia una selezionata partecipazione di gallerie straniere. Già quest’anno infatti Sadie Coles HQ di Londra avrebbe voluto prendere parte a Panorama ma a malincuore è stata esclusa.

Panorama non è una fiera e le opere, almeno nell’immediato, non erano in vendita. Ma evidentemente i collezionisti guardavano con interesse i lavori sia dei grandi nomi, da Mario Merz presentato da Tucci Russo a Stanley Whitney portato da Gagosian, sia dei più giovani. L’opera che in molti avrebbero voluto staccare subito dalla parete e portare a casa era il minuto inchiostro su carta di Nathlie Provosty presentato da APALAZZOGALLERY di Brescia: un piccolo gioiello.
«Untitled (20-27)» (2020) di Nathlie Provosty. Foto Piero Percoco e Mirko Ostuni. Courtesy Italics, l’artista e APALAZZOGALLERY

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