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Federico Florian
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Il Pac- Padiglione arte contemporanea ospita, dal 5 luglio al 12 settembre, una collettiva sull’arte contemporanea cubana, a cura di Diego Sileo e Giacomo Zaza (curatore del Padiglione Cubano alle ultime due Biennali veneziane). «Cuba. Tatuare la storia», coprodotta dal Comune di Milano con Silvana Editoriale, si avvale della partecipazione di 30 artisti cubani, attivi dalla fine degli anni Settanta a oggi.
La mostra, parte di un ciclo espositivo dedicato all’arte contemporanea di specifici Stati o continenti (nel 2017 sarà la volta dell’Africa e nel 2018 del Brasile) rivela il nuovo spirito extraeuropeo del Padiglione d’arte contemporanea. L’esposizione procede per frammenti, sacrificando l’esaustività e la linearità cronologica a favore della profondità dei contenuti. Il percorso comincia dal cortile del Pac, con un’installazione di Humberto Díaz; al piano terra si vedono la riproduzione del murale di Diego Rivera per l’Art Institute di San Francisco, la scultura «Piedra con sangre» di Wilfredo Prieto (a cui il Comune ha commissionato nuove opere per il Parco delle Sculture nel quartiere City Life) e un’installazione di Carlos Garaicoa composta da decine di martelli.
Al primo piano è allestito un tributo a Félix González-Torres, di cui sono esposte tre opere simbolo: la celebre montagna di caramelle blu e rosse, il plico di copie di passaporto privo di timbri e dati personali, e la tenda le cui perline rappresentano la conta dei globuli bianchi e rossi nel sangue dell’artista, dopo aver contratto il virus dell’Hiv. Oltre ai lavori di Ana Mendieta e a una nuova opera di Tania Bruguera, la mostra include un’installazione di Carlos Garaicoa: un bar anni Cinquanta, arredato con mobili in stile americano con un jukebox che diffonde musica cubana.
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