Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Francesco Tiradritti
Leggi i suoi articoli
Questa fotografia riproduce uno degli affreschi asportati dall’«ekklesasterion» del tempio di Iside a Pompei (I secolo d.C.), oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Raffigura il momento culminante del mito di Io, una delle ninfe vittime della bramosia amorosa di Giove che, per sfuggire alla gelosia di Giunone, viene dal dio trasformata in giovenca. Secondo la tradizione Io giunse alla fine in Egitto dove avrebbe trovato accoglienza presso Iside. La dea è seduta a destra nell’atto di tendere la mano alla ninfa che ha riacquistato sembianze umane (ma le restano le corna bovine sulla fronte) ed è sollevata in alto dalla personificazione del Nilo.
L’affresco è esposto nella mostra a cura di Federico Poole e Alessia Fassone dal titolo «Il Nilo a Pompei. Visioni d’Egitto nel mondo romano» che inaugura il 5 marzo al Museo Egizio di Torino e resterà aperta fino al 4 settembre (catalogo Panini). Si tratta dell’ultimo di una lunga serie di eventi dedicati all’argomento e dimostra quanto interesse vi sia ancora oggi alla ricezione della cultura egizia in Occidente.
Altri articoli dell'autore
Visita alla mostra «Tesori dei faraoni» a Roma in compagnia dell’egittologo Francesco Tiradritti
L’egittologo più famoso del mondo, già direttore generale del Consiglio Superiore delle Antichità egiziano, in occasione dell’imminente apertura a Roma della grande mostra «Tesori dei faraoni» di cui ha curato il catalogo, si racconta in una lunga conversazione con il nostro specialista
Oltre 200 capolavori aiutano a comprendere in che modo gli Egizi riconoscevano e interagivano con gli dèi del loro vastissimo pantheon
Meglio un amuleto o un ortopedico che sapesse sistemare un pezzo mancante? E per curare i tumori, meglio trapanare il cranio o rivolgersi a Iside? Nei casi dubbi si procedeva con tutte e due le opzioni



