Image

Andy Warhol, «Keith Haring and Juan Dubose», 1983 © The Andy Warhol Foundation

Image

Andy Warhol, «Keith Haring and Juan Dubose», 1983 © The Andy Warhol Foundation

InstaWarhol

A Milano e New York la carriera dell'artista pop raccontata secondo una prospettiva laterale a cominciare dalle strisce di fototessere con cui cattura celebrità e membri della sua cerchia

Nicolò Pollarini

Leggi i suoi articoli

La sede newyorkese del Fotografiska di Stoccolma presenta fino al 30 gennaio «Andy Warhol. Photo Factory», rassegna che lungo un percorso cronologico propone 120 immagini della stella della Pop art, di cui una ventina mai esposte.

La carriera di Warhol viene così raccontata secondo una prospettiva laterale a cominciare dalle strisce di fototessere, ingrediente base per varie opere negli anni ’60, passando per le polaroid degli anni ’70, con cui cattura celebrità e i membri della sua cerchia, fino alle stitched photograph degli anni ’80, multipli o gruppi di fotografie cuciti insieme e appartenenti alla fase creativa più tarda. Un esempio di ritrattistica dinamica è dato invece dagli «Screen Tests», brevi primi piani muti filmati a metà degli anni ’60. La mostra avrà altre due tappe nelle sedi di Fotografiska a Stoccolma e Tallin.

Per chi non volesse espatriare resta la possibilità di un incontro diretto con le fotografie di Warhol grazie a «Instant Warhol» presso la Galleria Tommaso Calabro di Milano (fino al 23 ottobre).

Andy Warhol, «Keith Haring and Juan Dubose», 1983 © The Andy Warhol Foundation

Nicolò Pollarini, 12 ottobre 2021 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Humboldt Books ha scandagliato un archivio riscoperto nel 2020 per riportare alla luce il côté più insolito dell’autore milanese

Storie di donne e di famiglie, questo il filo che unisce le due monografiche di Diana Markosian e Gillian Laub

Nei Musei di San Domenico 300 grandi fotografie raccontano il mondo visto dalle donne

InstaWarhol | Nicolò Pollarini

InstaWarhol | Nicolò Pollarini