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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliLa sua produzione ruota intorno alla dimensione del tempo, del suo fuggire, della memoria, della fragilità che ci caratterizza in quanto esseri umani. Nei «Portraits» (della serie «Destinées»), Boudreault (classe 1956) raffigura personaggi di fama del mondo dell’arte e della cultura (tra gli altri Pasolini, Picasso, Einstein, Modigliani, Churchill, Gandhi e Fellini) quando erano ancora giovanissimi o bambini, facendo emergere tuttavia come il loro sguardo non sia, in fondo, mutato nello scorrere degli anni.
Sono immagini ottenute avendo come riferimento archivi e siti internet, ma nelle quali la tecnica di esecuzione svolge un ruolo fondamentale: pannelli di legno di grandi dimensioni sono ricoperti da più strati di carta da disegno, anche colorata, sul quale traccia la silhouette poi di nuovo coperta da diversi strati di strisce di carta, a volte di tessuto, «stirate» sopra la superficie, ottenendo effetti tattili, quasi tridimensionali, di profondità. Anche le macchie, le linee e le sabbiature intorno ai personaggi ritratti sono accuratamente studiate.
Il tempo e il processo di trasformazione non riguardano solo gli esseri umani, poiché, anche nell’altra serie esposta, «Envoi», l’artista muove da qualcosa che è già in nuce: le tessere di colori originari, contenute dentro grandi scatole di legno, sono infatti destinate a divenire opere d’arte. L’ispirazione di Boudreault viene dalle grandi casse di preziosi pigmenti che nel Rinascimento giungevano dall’Oriente, ed è possibile pensare, afferma l’autore, che il viaggio che ci offre la pittura null’altro sia che quello del colore stesso. La mostra è corredata da un catalogo con testi di James Campbell e Sonia Zampini.
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