A pochi giorni dalla chiusura di «L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri», nelle milanesi Gallerie di Piazza Scala di Intesa Sanpaolo, un’altra importante realtà bancaria, la Fondazione Credito Bergamasco, affronta il tema dell’eredità lasciata da Caravaggio. Ad alcuni degli artisti che furono debitori del maestro milanese si aggiunge però qui un significativo antecedente: la mostra è stata infatti costruita intorno alla «Santa Caterina visitata in carcere dall’imperatrice Faustina», 1584, una tela di 4x5 metri del cremonese Antonio Campi, al cui restauro ha provveduto Fondazione Creberg nel suo laboratorio in Palazzo Creberg (75 a oggi i dipinti recuperati).
Nello stesso palazzo, dal 4 al 31 maggio, si tiene «Eredità di Caravaggio. Capolavori di luce», in cui, con quel grande dipinto, sfilano opere di pittori che da Caravaggio mutuarono l’uso innovativo della luce, specie artificiale. Alle sei tele dell’italo-olandese Matthias Stomer (o Stom), si aggiungono dipinti di Francesco Boneri detto Cecco del Caravaggio e di Giuseppe Vermiglio e, dalle collezioni Banco Bpm (cui Fondazione Creberg fa capo), opere di Simon Vouet, Giovanni Lanfranco, Tanzio da Varallo. Dal Museo Civico di Vicenza giunge «Le quattro età dell’uomo», dipinto in Italia dal fiammingo Anton van Dyck, coevo degli altri artisti, seppure non di area caravaggesca.
Molte opere sono inedite, e molte sono state restaurate dalla Fondazione Creberg in vista di questa mostra, con cui celebra il suo trentennale.
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