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Il ventennio di Ruberti

Federico Castelli Gattinara

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Dopo 19 anni, tra un rammarico corale di tutti i dipendenti, Albino Ruberti, 49 anni, lascia Zètema, la società strumentale 100% del Campidoglio che opera nel settore cultura. Un colosso dove lavorano 861 persone, di cui Ruberti fino a giugno è stato sia presidente sia amministratore delegato.


Dottor Ruberti, come l’ha trovata e come la lascia?
Ho partecipato direttamente alla costituzione di Zètema: allora era una vera scommessa, una sfida l’idea di mettere insieme realtà diverse come Acea, Civita e Costa edutainment per creare un soggetto che potesse intervenire a 360 gradi nel campo dei beni culturali. Poi c’è stata la trasformazione in società pubblica, la specializzazione su Roma, l’evoluzione in società strumentale di Roma Capitale. La lascio in ottima salute, è una società di cui non è mai stato intaccato il patrimonio, non ha mai richiesto interventi sul capitale, è partita con 2,8 milioni di euro e oggi ne ha quasi 4. La lascio con un bilancio sano, tanti risultati raggiunti, non ultimo l’ulteriore crescita dei musei civici: quando siamo partiti i visitatori erano meno di 800mila, quest’anno sfioreremo i due milioni. E poi tanti servizi. Certo non è un punto d’arrivo, c’è ancora molto da fare, però la base da cui partire è solida, con competenze e voglia di fare. L’importante è darle la possibilità di esprimersi.

Perché lascia? Le dispiace o era giunto il momento?
Dal punto di vista affettivo con dispiacere, è una creatura che sento mia, una società pubblica alla cui costituzione ho partecipato e che ho guidato da allora; ho legami molto forti con la struttura e le persone che vi lavorano. Dal punto di vista razionale capisco che 19 anni è un periodo lunghissimo, un avvicendamento è normale. La speranza è che chi mi seguirà sia in gamba, in modo da permettere alla società di continuare il suo lavoro con efficacia.

Il fatto che ritorni un consiglio d’amministrazione come lo giudica?
Il cda l’abbiamo sempre avuto, proprio di tre persone, l’unica differenza è che nell’ultimo periodo il presidente era anche amministratore delegato. Ora si ritorna a due figure, può essere un’opportunità se chi arriva è in gamba, se c’è sintonia e complementarietà tra i due. Il rischio sono i possibili contrasti, che non fanno bene all’azienda.

Che cosa farà? Torna a Civita?
Continuo con Civita, dove sono ad sia della holding sia di Opera Laboratori Fiorentini. C’è tanto da fare, se poi arriverà qualche proposta dal settore pubblico valuterò. Anche Civita è cresciuta molto. Proseguirò in questo bellissimo settore, che mi piace, sono fortunato. Girerò di più, e questa è una cosa bella.

Federico Castelli Gattinara, 11 luglio 2017 | © Riproduzione riservata

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