Una veduta della nuova sezione «Egnazia e il mare» del Museo Archeologico di Egnazia

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Una veduta della nuova sezione «Egnazia e il mare» del Museo Archeologico di Egnazia

Il Museo di Egnazia si amplia, restaura e porta il mare in un nuovo piano seminterrato

Grazie a un finanziamento di 5 milioni si è migliorata la fruibilità interna ed esterna della struttura museale, con particolare attenzione all’accessibilità e all’apporto multimediale. Nuove sperimentazioni anche sulle tombe della necropoli messapica e una nuova sezione curata insieme a Studio Azzurro

Graziella Melania Geraci

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Ad Egnazia si arriva guardando il mare, lungo la costa che si apre verso l’Adriatico, in un paesaggio costellato da ulivi e campi coltivati, lungo stradine delimitate da muretti a secco e resort per vacanzieri vip. Nel contesto di un paesaggio storicizzato, ad accogliere il visitatore il Museo Archeologico Nazionale di Egnazia, già museo del territorio e punto di riferimento per i reperti del Parco Archeologico adiacente, di quelli di Brindisi e dei vari centri limitrofi.

Istituito nel 1975, il museo intitolato a Giuseppe Andreassi, direttore e soprintendente, fu costruito a ridosso dell’area archeologica e su quella che era la necropoli della città messapica, da cui provengono le tombe a fossa, a semicamera e a camera, una delle quali inglobata nelle fondamenta del museo, che si ritrovano nel percorso di visita. L’edificio aveva le caratteristiche architettoniche tipiche della fine degli anni ’70, con l’accoglienza all’interno del corpo del museo e i parcheggi a ridosso, insieme al parco. Ora è stato oggetto di azioni di riqualifica e valorizzazione grazie al finanziamento di 5 milioni di euro del PON «Cultura e Sviluppo» FESR 2014-2020.

Il progetto, presentato alla Borsa Internazionale del Turismo Archeologico a Paestum dal direttore del museo Fabio Galeandro, anche Responsabile Unico del procedimento, e dal progettista e direttore dei lavori architetto Francesco Longobardi, ha migliorato la fruibilità interna ed esterna della struttura museale, con particolare attenzione all’accessibilità e all’apporto multimediale. Ha inoltre aiutato a potenziare e conservare l’area del Parco permettendo nuove ricerche sperimentali sul restauro e ampliando l’offerta espositiva con la realizzazione della sezione «Egnazia e il mare». L’inaugurazione il 21 novembre di questa nuova area, alla presenza del Direttore Generale Musei, prof. Massimo Osanna e del Direttore Regionale Musei Puglia, dott. Luca Mercuri, è stata l’occasione per presentare la conclusione dell’intervento durato più di due anni con non poche difficoltà dovute alla pandemia.
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«Con questo finanziamento europeo ora il museo cambia fisionomia, racconta il direttore Fabio Galeandro. Esternamente è una struttura architettonica non facilissima che abbiamo cercato di mitigare riconfigurandola e trasformando i difetti in punti di forza. Abbiamo eliminato l’asfalto, sostituito con terre solide compatibili al livello ambientale con il paesaggio naturale, e inoltre sono state attivate le progettazioni per il risparmio energetico. C’era la necessità di nuovi impianti di illuminazione interna e su tutto il parco, di un nuovo accesso, di un nuovo parcheggio per separare le macchine dal percorso del museo e di un nuovo centro di accoglienza esterno. L’interno prevedeva un unico livello di 1.400 metri quadri che ora abbiamo ampliato con il piano seminterrato destinato alla sezione del mare. Inoltre c’è un laboratorio di restauro attivo, una sala didattica, una biblioteca, gli uffici e i depositi, risistemati grazie ai finanziamenti, ora sono organizzati in compattatori, con armadi e cassette, già pronti per un’eventuale visita, e dotati di un sistema di tag con lettore RFID, con un gestionale immediato e funzionale che ci permetterà di sapere dove sono i reperti».

Durante i lavori per la nuova sezione del mare e per la ristrutturazione del piano già esistente, è stata sempre garantita al pubblico la possibilità di visitare il museo e fruire dei suoi servizi, portando avanti le attività gradualmente un settore alla volta. La collezione del museo copre 30 secoli di storia, dall’età del bronzo al medioevo, allestita in un percorso cronologico e divisa in sezioni diversificate cromaticamente, e il cui racconto è supportato da pannelli illustrativi bilingue. 

All’ingresso del museo è possibile vedere ricostruzioni 3D di Egnazia in età messapica e romana, realizzate con l’aiuto dell’Università di Studi di Bari e di Ales, e un filmato introduttivo prodotto da Rai Storia per il progetto E-Archeo, la piattaforma multimediale ministeriale aggregatrice di 8 siti archeologici di interesse nazionale, luoghi-simbolo scelti per descrivere i contesti di fruizione attraverso diversi format comunicativi digitali, con un’attenzione particolare all’accessibilità ai Beni Culturali.
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I finanziamenti sono stati utilizzati anche per interventi conservativi della necropoli e nel Parco, che custodisce un tratto della Via Appia Traianea, punto di forza del MiC per presentare la candidatura Unesco: «Abbiamo avuto la possibilità di eseguire un restauro innovativo sulle tombe, continua il direttore, con sperimentazioni straordinarie presentate al salone del restauro a Bari, come ad esempio l’utilizzo di olii essenziali come solventi per pulire, esperienza».

La nuova sezione «Egnazia e il mare» al piano interrato del museo amplia e approfondisce il rapporto della città con l’elemento acquatico, che nel museo era solo accennato, e che si integra con le escursioni dedicate alle antiche strutture portuali. «Sulla costa a ridosso del parco ci sono le vestigia del porto romano probabilmente di età augustea, voluto forse da Agrippa, come sembra confermare un’iscrizione. Tra i servizi aggiuntivi abbiamo infatti anche un itinerario di visita subacqueo e di snorkeling sull’area dei bracci del porto, quello che rimane di una struttura in opera reticolata».

Ed è proprio l’idea di immersione totale quella da cui parte l’allestimento delle sale, di fatto la ricostruzione di un paesaggio sottomarino tra i riverberi del soffitto ondulato e la proiezione interattiva di uno specchio d’acqua in movimento, teche con reperti recuperati e ancora avvolti nelle reti, in uno scenario dagli effetti multimediali curati soprattutto da Studio Azzurro. Gli oggetti, mai esposti prima, provengono dai depositi del museo, e rappresentano un racconto dei commerci, dei trasporti, della vita quotidiana legata alla pesca, delle persone e delle loro attività in un viaggio che fonde archeologia e linguaggio tecnologico.
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Una veduta della nuova sezione «Egnazia e il mare» del Museo Archeologico di Egnazia

Una veduta della nuova sezione «Egnazia e il mare» del Museo Archeologico di Egnazia

Una veduta della nuova sezione «Egnazia e il mare» del Museo Archeologico di Egnazia

Graziella Melania Geraci, 23 novembre 2022 | © Riproduzione riservata

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