Il moderno nasce induista
Se la percezione ottica dei colori è un fenomeno identico per tutto il genere umano, i significati, le sensazioni e le simbologie a essi associati cambiano con il mutare di epoche e culture. Da questo presupposto nasce l’ambiziosa rassegna «L’emozione dei colori nell’arte», curata da Carolyn Christov-Bakargiev con Marcella Beccaria, Elena Volpato ed Elif Kamisli e allestita dal 14 marzo al 23 luglio nel Castello di Rivoli e nella Gam, dove sono esposte quattrocento opere di 125 artisti realizzate da fine Settecento a oggi, provenienti da musei tra cui Reina Sofía (Madrid), Tate Britain (Londra), Centre Pompidou (Parigi), Stedelijk Museum (Amsterdam) e Dia Foundation (New York).
Con la consulenza del neuroscienziato Vittorio Gallese e dell’antropologo Michael Taussig, la direttrice delle due istituzioni propone una chiave di lettura multidisciplinare che apre nuove prospettive nella storia
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)