«La giapponesina», di Girolamo Induno, 1880-85 (particolare). Collezione privata. Foto: Cortesia Enrico Gallerie d'Arte, Milano

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«La giapponesina», di Girolamo Induno, 1880-85 (particolare). Collezione privata. Foto: Cortesia Enrico Gallerie d'Arte, Milano

Il mito del Giappone e le famiglie di Erwitt

La stagione autunnale del Museo delle Culture

Il Giappone, nei suoi rapporti con l’Europa, e la fotografia, con Elliott Erwitt, sono i protagonisti della stagione autunnale del Mudec-Museo delle Culture. Dal primo ottobre al 2 febbraio vanno in scena le mostre «Impressioni d’Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone» e «Quando il Giappone scoprì l’Italia. Storie d’incontri (1585-1890)», riunite nel progetto Oriente Mudec, coordinato dal direttore (Anna Maria Montaldo) e dai conservatori (Paola Zatti, Carolina Orsini, Giorgia Barzetti, con Anna Antonini) del Mudec e della Gam, con altri importanti studiosi internazionali e con lo staff di 24 Ore Cultura.

Al centro della prima mostra è il fascino esercitato dal Giappone, inteso come luogo reale e dello spirito, sulle arti europee (specie francesi e italiane) del secondo ‘800, fino a generare il vasto fenomeno del «japonisme». In mostra, opere raramente viste di scuole giapponesi e lavori di De Nittis, Chini, Induno, Van Gogh, Gauguin, Fantin-Latour, Toulouse-Lautrec, Monet, Rodin e altri ancora. Senza però dimenticare i fitti scambi commerciali fra Oriente e Occidente.

Nella seconda l’attenzione è puntata su Ito Mancio, giovane principe giapponese (qui nel ritratto attribuito a Domenico Tintoretto), nel 1585 a capo della prima ambasceria nipponica in Italia, e sulla seconda ambasceria, del 1615: poco prima, dunque, della politica d’isolamento (sakoku) che perdurò del 1639 al 1853. Fu alla riapertura dei rapporti con l’Occidente che il conte milanese G.B. Lucini Passalacqua prese a formare uno splendido «museo giapponese», allestito nella sua villa di Moltrasio, sul Lago di Como, che fu presto acquisito dal Comune di Milano e ora è conservato al Mudec.

Mudec Photo presenta invece, dal 16 ottobre al 15 marzo, «Elliott Erwitt. Family», in cui sono riuniti i 60 scatti che il novantunenne fotografo americano (Parigi, 1928; prima membro, poi presidente di Magnum Photos, e tuttora attivo), curatore della mostra con Biba Giachetti, ha giudicato i più rappresentativi dei suoi 70 anni di carriera.

La mostra è prodotta, come le precedenti, da 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore, ma qui in collaborazione con SUDEST57 e con il sostegno di Lavazza (sponsor principale di Mudec Photo), che ha anche prestato due immagini scattate da Erwitt per il suo Calendario 2000. Al centro del progetto è la famiglia, letta nelle sue mille sfaccettature: dal volto di Jackie al funerale di JFK alla neonata Ellen Erwitt, primogenita del fotografo, dalle famiglie di nudisti al celebre scatto del matrimonio di Bratsk, in Siberia.

«La giapponesina», di Girolamo Induno, 1880-85 (particolare). Collezione privata. Foto: Cortesia Enrico Gallerie d'Arte, Milano

Ada Masoero, 01 ottobre 2019 | © Riproduzione riservata

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