Il Manifesto dei restauratori senza frontiere

Tra leggi applicate e non e una guerra di ricorsi l’elenco dei restauratori è in stallo da sette anni

Edek Osser |  | Roma

Nonostante l’esistenza di leggi (il Codice dei Beni Culturali del 2003) e decreti ministeriali (il n. 86 del 2009 e altri) che stabiliscono quali siano i restauratori esperti, qualificati, con studi e curriculum a norma che possono svolgere la professione di Restauratore di Beni culturali, da anni il loro status è incerto (cfr. n. 367, set. ’16, p. 6 e n. 363, apr. ’16, p. 5). Tra le cause della confusione: ritardi, ricorsi, errori mentre alcuni sindacati e associazioni premono per una «sanatoria» che aprirebbe l’accesso alla professione a migliaia di restauratori senza la necessaria esperienza e senza titoli validi. Tra le ragioni dello stallo è il ritardo con il quale si va componendo l’Elenco dei Restauratori di Beni culturali, una sorta di albo professionale che ne definirà finalmente lo status. Per chiarire i problemi, un gruppo di restauratori professionisti uniti nell’Associazione
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